Dal Surrealismo al Muralismo, l’arte del '900 sbarca a Bologna

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In mostra i capolavori di Duchamp, Magritte e Dalì e a Palazzo Fava Siqueiros, Rivera e Orozco.

Surrealismo, Dadaismo e Muralismo. Dopo l’inaugurazione del Centro Arti e Scienza Golinelli e la biennale Foto/Industria, l’autunno bolognese si arricchisce di altre due mostre che raccontano due scenari diversi ma ugualmente importanti che hanno segnato la storia dell’arte del secolo scorso.

Arriva a Palazzo Albergati in anteprima nazionale Duchamp, Magritte, Dalì, "I rivoluzionari del ‘900". Capolavori dall’Israel Museum  di Gerusalemme mentre Palazzo Fava ospita per la prima volta in Europa Orozco, Rivera e Siqueiros. México. La mostra sospesa. Sono 180 le opere esposte nelle sale di via Saragozza 28 con lo scopo di raccontare dalle origini il Dadaismo e il Surrealismo, i due movimenti nati tra il 1916 e il 1924 raccolti in cinque sezioni da seguire in ordine tematico e non cronologico.

Se possiamo vedere un tale patrimonio lo dobbiamo principalmente all’italiano Arturo Schwarz. L’intellettuale milanese ha collezionato oltre 700 opere realizzate con ogni mezzo tra cui la pittura, la scultura, l’assemblaggio, il fotomontaggio e il collage, e le ha donate al museo israeliano: parte di questi capolavori sono esposti a Bologna con la cura di Adina Kamien-Kazhdan. Si passa dalla Ruota di bicicletta di Duchamp (replica del 1964) a Le Chateau du Pyrenees di Magritte, passando per Surrealist Essay di Dalì, numerose opere di Man Ray, Picasso e addirittura un Giorgio Morandi.

Tappa obbligata e divertente per il visitatore la ricostruzione della sala di Mae West di Dalì realizzata dall’architetto Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore dell’artista spagnolo: ci si siede sull’iconico sofà a forma di bocca e si scatta un selfie.

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Foto: Man Ray Photograph of Observatory Time –The Lovers, 1932–34/1964
© Man Ray Trust by SIAE 2017

L’esposizione sui muralisti messicani invece offre l’occasione di conoscere anche un pezzo molto doloroso della storia del continente sudamericano. La mostra si chiama appunto “sospesa” perché non fu mai vista da nessuno per oltre quarant’anni. La data dell’inaugurazione al Museo Nacional de Bellas Artes di Santiago del Cile sarebbe stata il 13 settembre del 1943 se solo due giorni prima il generale Pinochet non avesse preso il potere con un colpo di stato durante il quale morì il presidente Salvador Allende.

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Foto: Joan Mirò Women and Birds © Successió Miró by SIAE 2017

Il recupero degli olii e dei disegni dai forti connotati politici dei tre maestri del muralismo fu tutt’altro che scontato. La collezione di Alvar Carrillo Gil esposta nelle sale del museo del circuito di Genus Bononiae fu salvata dal curatore del tempo, Fernando Gamboa e da varie istituzioni coinvolte, imballata e imbarcata quindici giorni dopo su un aereo diretto in Messico su cui volavano anche la vedova e le figlie di Allende insieme a numerosi esiliati cileni. A Bologna possiamo vedere 78 capolavori di José Clemente Orozco, David Alfaro Siqueiros e Diego Rivera più una selezione di documenti che raccontano il prima e dopo della travagliata mostra “pendiente”.

Diego Rivera Pico E Inesita 1928

Foto: Diego Rivera Pico e Inesita, 1928
© Colección particular en comodato, Museo Nacional de Arte

Curata da Carlos Palacios, la mostra sui “los tres grandes” offre uno spaccato interessante e in certi casi meno noto dei tre artisti messicani. Se di Orozco si può vedere l’intero percorso artistico, per quanto riguarda Siqueiros viene sottolineata la ricerca sperimentale mentre di Rivera, compagno di vita di Frida Kahlo, viene messa in luce anche la sua fase cubista, una chicca per il visitatore che difficilmente potrà vedere altrove. 

Giorgia Olivieri

Per maggiori informazioni:
su orari, ingressi, visite guidate, laboratori per bambini
www.palazzoalbergati.com/duchamp-magritte-dali

www.genusbononiae.it/mostre/mexico-la-mostra-sospesa

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