Sportello d'ascolto per i disturbi alimentari

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L'impegno a Bologna della Associazione Animenta.

I disturbi alimentari sono malattie complesse che possono avere un impatto significativo sulla salute fisica e mentale di una persona. Sono caratterizzati da un'alterata percezione del peso e dell'immagine corporea, da comportamenti disfunzionali legati all'alimentazione e da pensieri e sentimenti negativi su se stessi.

I più comuni sono: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata (BED). I problemi alimentari possono colpire persone di tutte le età, sesso e background. Sono più comuni nelle donne, ma possono interessare anche gli uomini. Per dare risposta e assistenza a coloro che soffrono della patologia e dalla necessità di attivare un servizio adeguato sul territorio, l’Associazione Animenta nata alcuni anni fa da un’idea di Aurora Caporossi, presenta oggi presso Palazzo D’Accursio con una conferenza stampa e altre iniziative, il progetto dedicato alla nascita dello sportello di ascolto.

Ragazze Si Confortano

Foto: due ragazze si danno sostegno

La nuova realtà associativa, si occupa di Disturbi Alimentari, formazione e riabilitazione. Sulla base dell’alto numero di malati, sull’esigenza di garantire più presidi sociali in grado di affiancare seguire, anticipare il percorsi di cura e per far fronte alle scarse risorse messe a disposizione dal Governo; Animenta si è attivata in città con il punto di ascolto per minorenni negli spazi del Laboratorio di Salute Popolare. Il servizio insieme all’AUSL, contribuisce all’intervento multidisciplinare della persona affetta dalla patologia.

A fianco del punto di ascolto, precisa la Caporossi che dichiara la volontà e il desiderio della sua associazione di essere d’aiuto a questa fascia di popolazione, che come nota Francesca Inglese, referente Animenta, ha sempre bisogno di essere osservata e supportata per offrire risposte concrete, saranno proposte attività di sensibilizzazione sui disturbi di comportamento alimentari attraverso canali social, eventi in città e dialogo e informazione nelle scuole e università con l’obiettivo di portare cambiamento e far si che il lavoro di cura sia accompagnato da dinamiche sociali.

Chiara Garavini

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