Rapporto ASviS 2025: pace, giustizia e diritti

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La sostenibilità non è un fastidio ma un investimento sul futuro.

Lo scorso 22 ottobre è stato presentato a Roma, alla Camera de Deputati, il decimo rapporto dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Il documento, dal titolo “Pace, giustizia e diritti: pilastri della sostenibilità. L’Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, è stato realizzato con il contributo di centinaia di esperte ed esperti delle oltre 330 organizzazioni aderenti all’ASviS, e offre un’analisi aggiornata e ragionata dell’attuazione dell’Agenda 2030 nel mondo, in Europa e in Italia, avanzando proposte concrete per il futuro.

Nel corso della mattinata sono stati numerosi gli interventi che hanno delineato i contenuti del Rapporto, riassumibili in 4 punti principali:

1. La situazione globale
Questa prima sezione propone una nitida fotografia di un mondo attraversato da crisi multiple e da un preoccupante arretramento sul piano della pace, della giustizia e della tutela dei diritti. L’ormai costante instabilità geopolitica e la presenza di numerosi conflitti armati, oggi 59 in tutto il mondo – il numero più alto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale –, hanno provocato quasi 50.000 vittime civili nel 2024, collegandosi inevitabilmente ad una elevata spesa militare globale esponenziale, che ha raggiunto un livello record di 2.700 miliardi di dollari e che potrebbe più che raddoppiare entro il 2035, se si deciderà di continuare su questa via.

Questa situazione ha inevitabilmente portato con sé una serie di conseguenze preoccupanti, come il numero di persone sfollate che ha superato i 123 milioni, raddoppiando in dieci anni a causa dei conflitti e dei cambiamenti climatici. Ad aggravare ulteriormente la situazione è stata anche la diminuzione dei fondi destinati alle Nazioni Unite (30% in due anni), incidendo sulla vita di oltre 30 milioni di persone, e il costo annuale del servizio sul debito dei Paesi in via di sviluppo ha raggiunto il massimo storico di 1,4 miliardi di dollari. Tuttavia, nonostante lo scenario drammatico, emergono finalmente alcuni segnali di impegno internazionale: il “Patto sul Futuro” del 2024 (approvato da 143 paesi, inclusa l’Italia) e l’“Impegno di Siviglia per la finanza allo sviluppo”, approvato nel 2025 dalla maggior parte dei paesi membri dell’ONU, testimoniano una volontà globale di promuovere pace, diritti e sostenibilità. 

Foto Del Rapporto ASviS 2025

Foto: libro del Rapporto ASviS 2025 

2. La situazione in Europa
Alla luce della situazione globale, è deducibile come anche l’Unione Europea evidenzi forti disomogeneità nei progressi verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Dal 2010 ad oggi, infatti, solo cinque Obiettivi hanno registrato miglioramenti significativi: energia, lavoro, imprese e innovazione, città e clima. Al contrario, sono stati fatti passi indietro in settori chiave come le disuguaglianze, gli ecosistemi terrestri e la cooperazione internazionale. La situazione complessiva vede quindi, dei 19 target specifici analizzati a livello europeo, 11 (58%) che risultano raggiungibili, mentre sei (32%) non potranno essere conseguiti. 

Il Rapporto sottolinea inoltre le forti contraddizioni tra gli impegni multilaterali assunti dall’UE e le politiche concrete, in particolare per l’aumento delle spese militari e la revisione al ribasso di alcune norme ambientali e sociali. Questa situazione evidenzia come l’Europa, pur mantenendo un ruolo strategico nella promozione della sostenibilità globale, debba indubbiamente rafforzare coerenza e ambizione nelle proprie politiche interne per non compromettere la credibilità internazionale e gli obiettivi di lungo periodo.

3. La situazione in Italia
"I conflitti e le tensioni geopolitiche non aiutano, ma oggi la sostenibilità viene percepita più come un fastidio che come un investimento sul futuro." Queste sono le parole del Presidente Mattarella, citato da Enrico Giovannini, Direttore scientifico dell’ASviS, che restituiscono un’immagine chiara di quella che è la criticità principale della situazione italiana in tema di sviluppo sostenibile. La situazione nazionale si descrive infatti attraverso gli indicatori, che mostrano un quadro preoccupante: nell’ultimo anno, sei Obiettivi su 17 (alimentazione, salute, acqua, disuguaglianze, ecosistemi terrestri, partnership) hanno registrato un peggioramento, mentre solo tre (istruzione, parità di genere, clima) hanno visto progressi. Considerando il periodo dal 2010, la situazione è ancora più complessa: sei Obiettivi peggiorano (povertà, acqua pulita e servizi igienico-sanitari, ecosistemi terrestri, disuguaglianze, pace, partnership), quattro restano stazionari (alimentazione, salute, imprese e infrastrutture, città) e solo sei mostrano miglioramenti limitati (istruzione, parità di genere, energia, lavoro, clima ed ecosistemi marini).

Fortunatamente però, viene esposta anche un’eccezione positiva, rappresentata dall’economia circolare, settore in forte crescita e fiore all’occhiello dell’Italia, e in parte anche a livello europeo. Tuttavia, dei 38 target analizzati per i vari Goal, solo undici (29%) risultano raggiungibili entro il 2030, mentre ventidue (58%) non saranno conseguiti, a conferma della necessità di un cambio di passo nelle politiche nazionali. A questo punto viene messa luce su come l’Italia continui a non dotarsi di strategie adeguate, rischiando di rimanere indietro rispetto all’Europa, che pure sta compiendo scelte discutibili e rischia di perdere il ruolo di guida nel campo della sostenibilità costruito negli ultimi anni. 

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4. Le proposte dell’Alleanza
Nonostante le evidenti criticità, esistono però soluzioni concrete. In primo luogo, l’Italia potrebbe rafforzare l’attuazione degli impegni internazionali, come il “Patto sul futuro” dell’ONU, che richiede governance lungimirante e capacità di anticipare rischi e orientare le scelte pubbliche. Su questa linea, l’ASviS ha lanciato il progetto “Ecosistema futuro” e, per imprimere un cambiamento reale, propone cinque leve trasformative: governance, capitale umano, finanza, cultura e partnership, e sei aree strategiche: salute, istruzione e competenze; economia sostenibile e inclusiva; sistemi alimentari resilienti e agricoltura sostenibile; decarbonizzazione e accesso universale all’energia; città sostenibili e adattamento climatico; tutela dei beni comuni ambientali, in linea con gli articoli 9 e 41 della Costituzione, riformati, su proposta dell’ASviS, nel 2022, con l’approvazione di una legge sul clima.

Tra le proposte figurano anche misure per rafforzare la partecipazione democratica e contrastare la perdita di fiducia dei cittadini nelle istituzioni, tramite politiche strutturate e orientate al futuro. In particolare, Giovannini sottolinea come la mancanza di una strategia post-PNRR renda l’Italia fragile sia dal punto di vista economico, che sociale e ambientale, e invita a una revisione profonda del Piano strutturale di bilancio (PSB) per sostenere riforme e investimenti verso uno sviluppo sostenibile. 

L’Alleanza propone inoltre di definire con urgenza il Piano per l’accelerazione trasformativa (PAT) entro metà del 2026, già promesso dal Governo italiano in sede ONU nel 2023, assicurando coerenza tra obiettivi, risorse e tempi di attuazione e integrando la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile (SNSvS), sempre entro inizio 2026 insieme al Piano strutturale di bilancio nel 2027, in linea con il Patto di stabilità e crescita europeo

È quindi chiaro come il Rapporto esprima in maniera molto limpida la situazione critica alla quale ci troviamo davanti. Dal documento emerge come la direzione da prendere sia chiara, ma è necessario attuare concretamente gli impegni teorizzati, in prospettiva di un futuro migliore per il nostro troppo trascurato Pianeta e la sua comunità.

Il Rapporto è scaricabile al seguente: link

A cura di Impronta Etica

Impronta Etica è un’Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).

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