Un approccio sostenibile alla catena del valore

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La strategia oltre il perimetro aziendale.

Negli ultimi mesi, Impronta Etica ha dedicato una serie di laboratori per i propri Soci al tema della catena del valore, uno degli aspetti centrali, ma anche più articolati e complessi, per le imprese che vogliono affrontare in modo strategico e sostenibile le sfide del presente e del futuro. L’iniziativa ha coinvolto la base associativa in un percorso di approfondimento e confronto strutturato sul tema, permettendo di entrare nel vivo di tutte le sue sfaccettature.

Già dal 2015, Impronta Etica aveva affrontato il tema attraverso la ricerca "Integrata, connessa e sicura", incentrata proprio sulla sostenibilità lungo la catena del valore, e in particolare su quella di fornitura. Da allora, l’Associazione ha continuato ad accompagnare le proprie imprese socie in momenti di confronto e formazione, con l'obiettivo di rafforzare la capacità delle organizzazioni di mappare, comprendere e gestire le proprie catene del valore in chiave responsabile.

Entrando nel vivo del tema, è necessario definire il concetto di catena del valore e, per farlo, è utile partire dal modello della creazione di valore condiviso sviluppato da Porter e Kramer nell’articolo “Creating Shared Value” del 2011 e pubblicato nella rivista Harvard Business Review, che introduce per la prima volta l’idea che la competitività di un’impresa e il benessere della comunità in cui essa opera siano strettamente interconnessi. Per questo motivo, le aziende sono chiamate a riconciliare obiettivi economici e sociali, promuovendo una strategia che generi valore condiviso: un valore che risponda sia alle esigenze di business, sia ai bisogni delle comunità e dei territori in cui operano. Proprio a partire da questo, il concetto di catena del valore si lega indissolubilmente con la strategia di sostenibilità e di creazione di valore dell’impresa.

Catena Del Valore

Foto: catena del valore

La catena del valore può essere infatti intesa come l’intera gamma di attività, risorse e relazioni legate al modello di business dell’impresa e all’ambiente esterno in cui opera. La catena del valore comprende le attività, le risorse e le relazioni che l'impresa utilizza e su cui fa affidamento per creare i propri prodotti o servizi dal concepimento alla consegna, al consumo e alla fine del ciclo di vita. Le attività, le risorse e le relazioni rilevanti includono:
a) quelli relativi alle operazioni proprie dell'impresa, come le risorse umane;
b) quelli lungo i suoi canali di fornitura, marketing e distribuzione, come l'approvvigionamento di materiali e servizi e la vendita e la consegna di prodotti e servizi;
c) il contesto finanziario, geografico, geopolitico e normativo in cui opera l'impresa.

Leggendo questa definizione sotto la lente del concetto di creazione di valore condiviso, ne viene data un’interpretazione che non la intende solo come sequenza di attività produttive, ma come rete di relazioni strategiche che l’impresa intrattiene con fornitori, clienti, sub-fornitori, partner, concorrenti e comunità locali, per il proprio posizionamento competitivo e per una gestione degli impatti prodotti.

Tuttavia, la gestione sostenibile della catena del valore rappresenta oggi una delle sfide più complesse, soprattutto per la presenza di catene del valore sempre più lunghe, dislocate e diversificate, che rendono complesso il monitoraggio, l’ingaggio e il controllo da parte dell’azienda. Le difficoltà principali riguardano sicuramente la trasparenza e tracciabilità dei processi, l’ingaggio dei fornitori e di tutti gli attori della filiera, la gestione dei rischi operativi, legali e reputazionali, e un quadro normativo in continua evoluzione. A queste si aggiungono ulteriori elementi di difficoltà come la necessità di una comunicazione efficace con gli stakeholder interni ed esterni e la capacità di valutare in modo sistemico le dipendenze da risorse naturali, umane e sociali, essenziali per la resilienza del modello di business nel medio-lungo periodo.
D’altra parte, una gestione responsabile della catena del valore permette di cogliere numerose opportunità di crescita che si possono tradurre in un miglioramento della reputazione aziendale, l’aumento della fiducia da parte di stakeholder e investitori, e il consolidamento della posizione dell’impresa sul mercato. Inoltre, integrare la sostenibilità nelle strategie di filiera permette una pianificazione produttiva più efficace, la più puntuale individuazione di aree critiche e il monitoraggio puntuale dei progressi verso obiettivi di lungo termine. Dal punto di vista prettamente operativo, l’approccio sostenibile consente di ottimizzare risorse, ridurre costi e impatti ambientali e favorire l’adozione di modelli più efficienti e circolari; mentre sul piano sociale promuove una filiera equa e inclusiva, attenta al rispetto dei diritti umani, alla dignità del lavoro e al benessere delle comunità coinvolte.

Impronta Etica Logo

Immagine: logo Impronta Etica

Ma come si intraprende questo percorso in termini operativi? Un punto di partenza fondamentale per integrare la sostenibilità lungo la catena del valore consiste nell’adottare documenti chiari e vincolanti come il Codice Etico, che chiarisce i criteri e le richieste di sostenibilità dell’impresa rispetto i propri partner esterni, stabilendo i valori e i comportamenti etici che l’azienda intende rispettare. Successivamente, risulta essenziale rafforzare la consapevolezza interna, attraverso la formazione e sensibilizzazione del personale sui temi ambientali e sociali, affinché le pratiche sostenibili diventino parte integrante delle attività quotidiane e della cultura aziendale. È altrettanto importante coinvolgere anche i propri fornitori in percorsi formativi e di sensibilizzazione, per diffondere una cultura della sostenibilità lungo tutta la filiera e favorire comportamenti responsabili da parte di tutti gli attori coinvolti.

Parallelamente, è fondamentale introdurre un vero e proprio dovere di diligenza, ovvero un processo strutturato che permette all’azienda di analizzare e controllare con attenzione ogni fase della propria catena del valore. Il processo consente di identificare rischi effettivi o potenziali legati a violazioni dei diritti umani, danni all’ambiente, pratiche di lavoro non sicure o illegali, oppure episodi di corruzione o conflitti etici, sia all’interno dell’azienda sia tra i suoi fornitori e partner. A sostegno delle imprese per la gestione di questo processo, la Guida OCSE per la condotta responsabile d’impresa propone una serie di strumenti pratici. In primo luogo, le aziende possono utilizzare sistemi di monitoraggio dei propri fornitori, per verificare nel tempo la loro condotta rispetto alle richieste di sostenibilità, oppure adottare Codici Etici più vincolanti, che impongano regole stringenti e sanzioni in caso di violazioni. Infine, possono essere somministrati questionari di autovalutazione ai fornitori, per raccogliere informazioni dirette sul rispetto delle condizioni di lavoro, dei diritti fondamentali e delle normative ambientali. In questo modo, l’azienda può prevenire potenziali rischi, intervenire tempestivamente in caso di criticità e garantire una filiera più responsabile, sicura e trasparente. Infine, è fondamentale includere nei processi di selezione e valutazione dei fornitori criteri ESG per garantire che i partner operino in modo coerente con gli standard aziendali di sostenibilità, assicurando così una filiera più trasparente, responsabile e resiliente.

In conclusione, risulta quindi fortemente strategico adottare pratiche sostenibili che coinvolgano tutta la catena del valore, integrando i criteri ESG nei processi che vanno oltre al mero perimetro aziendale costruendo un piano d’azione di ampio respiro. Solo così è possibile strutturare una strategia completamente informata, concreta e generatrice di un reale impatto positivo in senso ampio rispetto a tutte le attività dell’organizzazione.

A cura di Impronta Etica

Impronta Etica è un’Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).

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