Intervista al Presidente Gianpiero Calzolari.
Come vanno le fiere in generale?
Le fiere più importanti d’Italia vanno abbastanza bene. Noi, Milano, Rimini, Verona, Parma stiamo bene. Alcune fiere minori stanno perdendo d’importanza. Le fiere funzionano se gli imprenditori hanno fiducia nella possibilità di vendere i propri prodotti, nonostante la crisi del mercato. Nel nostro Paese aumentano gli operatori stranieri e per andare bene bisogna sviluppare una dimensione internazionale. Per il futuro prossimo, bisogna capire come l’economia reagirà a questo momento di “crescita allo zero virgola”. Ma al momento, gli indicatori sono positivi.
Parlaci della competizione Milano – Bologna.
Oggi Milano è la prima fiera italiana, per fatturato e superficie espositiva. È stata oggetto di forti investimenti e la proprietà fa capo a una fondazione appoggiata da Regione, Comune, istituti di credito. Oggi è la struttura più moderna.
In passato tra noi e loro è avvenuta una competizione feroce, che ha visto uscire dal perimetro di Bologna alcune fiere importanti come Lineapelle, con una politica molto aggressiva nei confronti degli espositori. Le manifestazioni che presentiamo sono di due tipi, quelle di proprietà dell’Ente Fiera e quelle che vengono ospitate. Cosmoprof è di nostra proprietà, Lineapelle appartiene all’associazione industriale, che decide quale padiglione prendere in affitto.
Immagine: Logo Cosmoprof
Gran parte delle manifestazioni di proprietà delle associazioni industriali, si svolgono a Milano; noi ne abbiamo alcune. Oggi tra noi e Milano non esiste alcuna competizione, poiché non c’è grande movimento di fiere. Milano ha il vantaggio di trovarsi nella città della moda, ha l’alta velocità e la metropolitana che vanno all’interno del quartiere fieristico.
Bologna è al centro dell’Italia, a un quarto d’ora dall’aeroporto che la collega a tutta l’Europa, poi avrà il People Mover, si trova a dieci minuti dall’alta velocità e ha un casello autostradale dentro al quartiere fieristico. In più stiamo investendo 130 milioni, per rinnovare completamente il quartiere. Ce la possiamo giocare bene! Tant’è che le nostre ultime fiere stanno andando forte, con un incremento di presenze e dell’area di esposizione, un apprezzamento per i nuovi padiglioni realizzati.
Quando sono diventato presidente, avevamo un fatturato di 126 milioni. Oggi chiuderemo con 160 milioni e il 2019 vedrà circa 170 milioni di fatturato. Gli ultimi bilanci erano in perdita, oggi chiudiamo il 2018 un bilancio con un margine che si attesterà sui 30 milioni. La Fiera ha un business importante, ma lo è ancor di più l’indotto, con una ricaduta su taxi, alberghi, ristoranti. Siamo vicini al centro, uno dei più belli d’Europa, con buona capacità di accoglienza.
La nostra Regione ha cercato di valorizzare tutte le sue città. Si riesce a fare sistema con le fiere?
Bologna, Rimini, Parma convivono senza conflittualità. Esiste un progetto di costituzione di una rete regionale, che però fatica a decollare, perché nessuno è intenzionato a cedere un po’ di prestigio al proprio vicino. E quindi la cosa migliore potrebbe essere un’iniziativa di promozione. Tutte le fiere stanno cercando di fare bene il loro mestiere e non c’è una dispersione.
Quali sono i settori merceologici più interessati alle fiere? Quali quelli in crescita?
Sono quelli legati a un distretto in forte espansione: le ceramiche di Sassuolo; l’EIMA riguardante la meccanica agricola, del distretto lungo la Via Emilia; Cosmoprof che è cresciuto molto all’estero; il settore alimentare in cui Bologna s’è inserita in un circuito comprendente Parma Cibus, Verona Vinitaly.
In passato abbiamo dato vita a due fiere importanti: Sana, riguardante il biologico e il benessere, Marca che riguarda i prodotti dell’agroalimentare, considerati dal punto di vista delle catene distributive. Tutte e due sono cresciute molto bene. Il benessere legato a Sana, oggi è un tema molto diffuso, presente nelle catene della grande distribuzione e sulle tavole delle famiglie. Sana è leader in Italia e seconda in Europa.
Immagine: Logo Sana 2019
La Fiera di Bologna ha una dimensione internazionale, oltre un terzo del fatturato è sviluppato all’estero. Noi presentiamo Cosmoprof in Cina, India, Vietnam, Colombia. Replichiamo la Fiera del Libro per Ragazzi, contenente l’eccellenza mondiale di autori per la gioventù, in Cina, New York e dal 2021 sarà a Mosca. Abbiamo Zoomark riguardante l’alimentazione per gli animali da compagnia, che contiamo di portare a Mosca. Valutiamo spazi di collaborazione in Cina per l’agricoltura e l’automotive.
All’estero il prodotto italiano è apprezzato non solo per la manifattura, ma anche per le modalità di presentazione dei prodotti: i nostri padiglioni riscuotono successo.
Hai sottomano fiere piccole, curiose?
Si va dalla fiera della sposa a quella sull’Oriente, che non è piccola ma è curiosa, a Outdoor Expo, riguardante il tempo libero all’aria aperta. Sono fiere specializzate, che tuttavia richiamano molte persone. Noi tuttavia privilegiamo le fiere b2b dedicate agli imprenditori.
Gestiamo il Palazzo dei Congressi, che ha conseguito numeri positivi, realizzando dopo anni un utile di bilancio. Abbiamo anche migliorato la capienza della struttura, cosa che consente d’intercettare molti più congressi e di ospitare eventi teatrali e musicali di valore culturale.
Ricordo le fiere campionarie, che contenevano un aspetto di festa bolognese. Forse potrebbero essere riprese, ci avete pensato?
Sono legate ad anni irripetibili, a un mercato che non c’è più. Tuttavia vorremmo mettere a disposizione i nostri padiglioni, quando non sono impegnati, al servizio di manifestazioni cittadine. Se avremo collegamenti adeguati come tram o People Mover, potremo aumentare ancor più le relazioni con la città, ospitando eventi legati al tempo libero e al divertimento. Parliamo di spazi forniti di servizi adeguati, da offrire nei periodi dell’anno in cui le attività fieristiche sono ferme.
Maurizio Cocchi
In Redazione Ugo De Santis
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