Intervista a Paolo Angiolini, Presidente della Banca Felsinea.
Cos’è Banca Felsinea?
È una Banca di Credito Cooperativo, frutto della fusione di tre entità: Credito Cooperativo di Castenaso, di Monterenzio, di Alto Reno. Ciò è avvenuto negli ultimi due anni. Ci siamo adeguati alle esigenze del mercato, rimanendo Cooperative con dimensioni più adeguate. Inoltre la normativa ci imponeva di aderire a un gruppo bancario e abbiamo scelto Cassa Centrale. Oggi operiamo su tutta la provincia, abbiamo filiali sull'alta montagna: Monterenzio, Monghidoro, Castiglione dei Pepoli, San Benedetto Val di Sambro, Lizzano, Gaggio Montano, Porretta, Pavullo, Ponte della Venturina, Montese.
Abbiamo completato l’unificazione nell'ottobre del 2018. I risultati sono già ottimi, il Bilancio di quest’anno vede un utile di 4 milioni e mezzo, avendo già spesato 2 milioni di euro di costi di fusione. Abbiamo dato incentivo all'esodo, a seguito della fusione, a 17 persone, figure di un certo livello, che saranno sostituite da giovani, con cui ci impegniamo a rinnovare le nostre aziende. Abbiamo una raccolta di 1,2 miliardi di euro. Avendo 100 milioni di capitale, abbiamo avuto un 4,5% di ritorno dell’investimento. Abbiamo indici favorevoli che dimostrano la solidità della nostra banca.
Coprite territori abbastanza impervi...
Siamo sensibili a certe zone e dove alcune banche chiudono gli sportelli, noi li manteniamo. Su richiesta della Pro Loco, abbiamo aperto un bancomat a Baragazza di Castiglione dei Pepoli, a favore degli anziani residenti. Noi abbiamo il dovere di fare anche questo! Dico ai miei amici: se hai bisogno veramente di una banca, devi venire da noi! Abbiamo un rapporto diretto con le persone, col territorio.
Foto: sportello bancomat
Le banche oggi tendono a ridurre gli sportelli. Avete pensato di utilizzarli per altre attività, a favore delle persone residenti in loco?
A Granarolo abbiamo aderito al progetto Città Blu, che si occupa dei ragazzi autistici. Oltre ad aver dato un contributo, su indicazione dell’associazione coinvolta, stiamo allestendo un piccolo spazio in cui accogliere momentaneamente ragazzi autistici, mentre i genitori svolgono alcune commissioni in tranquillità.
In alcune filiali di montagna, gli abitanti si intrattengono coi nostri impiegati, con familiarità. A San Benedetto del Querceto, sopra Monterenzio, abbiamo una sala di circa 100 posti che offriamo gratuitamente alla comunità, quando un gruppo ha bisogno di riunirsi; siamo disposti anche ad aprirla a giovani che vogliano intraprendere qualche attività, ma sono i ragazzi che devono proporsi a noi.
Devo dire che noi vorremmo concedere più finanziamenti a vantaggio del territorio, ma a volte manca chi venga a chiedere sostegno! Non abbiamo mai negato nulla, il problema è che non ci sono tante iniziative.
Lei è Presidente ma non è un dipendente?
No, sono un Socio, uno degli 11 mila. Temporaneamente svolgo questa attività, ma ho un’azienda agricola.
Quale sarà il vostro futuro?
Io non lo so, ma so che faremo tutto quello che è necessario per rendere più solida la nostra realtà, per rispondere al meglio ai clienti, per garantire il futuro a chi lavora nella nostra azienda. Troppe volte, anche nella Cooperazione, si è pensato più al bene degli amministratori che a quello dei Soci e dei dipendenti. Abbiamo la grande responsabilità di gestire i risparmi della gente, che rappresentano il passato e il futuro; la responsabilità di gestire il posto di lavoro dei nostri 170 dipendenti. Il lavoro è una cosa sacra e va fatto tutto il necessario per garantirlo. A volte non è stata fatta la cosa giusta, in alcune banche, solo perché di due presidenti bisognava farne uno… non so se mi sono spiegato.
I nostri utili vanno messi in parte a patrimonio, in parte nel fondo sviluppo della cooperazione e in parte utilizzati per iniziative sul territorio. Mezzo milione di euro è la cifra messa a disposizione, per attività varie sul territorio. Siamo tra i Soci fondatori di Fondazione Sant'Orsola, abbiamo offerto 25 mila euro all'Associazione Bimbo Tu, che si occupa delle famiglie coi bimbi al Bellaria. Più guadagniamo, più possiamo sostenere il territorio. Oggi esistono gruppi di volontariato molto utili alla comunità, penso ai vigili del fuoco volontari di Monghidoro, al soccorso alpino di Lizzano. Persone che mettono a rischio la propria salute, così come noi mettiamo a rischio i soldi che gestiamo, in iniziative di sostegno che sentiamo di dover compiere. E questo mondo diventa migliore.
Immagine: pannello con parole sul crowdsharing
Abbiamo 11 mila Soci, la nostra quota sociale è in media di 500 – 600 euro a Socio, non facciamo sottoscrizioni di azioni della nostra banca. Per legge il tetto della quota sociale non può superare i 50 mila euro, noi ci siamo dati un tetto che non può essere superiore a 5 mila per le imprese e 2 mila per i privati. Noi vogliamo che si estenda la base sociale, piuttosto che avere una base ristretta con alte quote. Anche perché in alcune zone, si sono formate lobby di grandi Soci, mentre da noi ogni Socio vale semplicemente un voto.
Il Socio che vantaggi ha, rispetto al cliente normale?
Ha qualche vantaggio nelle condizioni di operatività. Ma quello che più conta è che un Socio condivide la missione della Cooperativa, un’entità che col suo spazio mutualistico riesce a trasferire i benefici di chi ha denaro, su chi non ne ha, dando un ristoro a chi ha messo il denaro e tutto viene fatto nello stesso territorio, poiché non possiamo effettuare operazioni fuori zona, solo nei Comuni coperti da filiali e Comuni limitrofi.
Cosa sono i comitati Soci?
Sono l’anello di congiunzione tra il Consiglio di Amministrazione e la base sociale. Sono presenti in territori ben definiti, per informarci delle esigenze del territorio. Si tratta di uno strumento ulteriore di contatto con la base. Purtroppo le risorse che mettiamo in campo sono sempre inferiori a quelle che sarebbero necessarie. Il sostegno alle iniziative imprenditoriali lo forniamo sempre, per quanto riguarda i contributi a fondo perduto, siamo costretti ad analizzare e spostare le risorse dove c’è più bisogno.
Abbiamo due strumenti per sostenere realtà come la vostra Cooperativa (Virtual Coop, Cooperativa di tipo B), uno può essere un aiuto diretto, un contributo a fondo perduto, l’altro prevede di praticare tassi molto buoni a un’azienda solida, anche questa è la nostra missione. È ovvio che non possiamo mettere a rischio il denaro prestato, ma se la realtà in questione ha un progetto, è affidabile, cercheremo di dare sostegno sotto un’altra forma. Ogni pratica viene presentata in Consiglio e valutata.
Maurizio Cocchi
In Redazione Ugo De Santis
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