BNB ha intervistato il tirocinante e l’educatore che, in Agriverde, si occupano del negozio bio.
Massimiliano, ci racconti del negozio di alimentari, chiamato La Bottega, che è una delle vostre attività principali?
L’Agriverde, come rivenditore di prodotti bio, nasce con un’attività più piccola, col tempo è stata acquistata questa bottega. Sono aumentati anche i clienti, che ormai trovano in questo negozio un punto di riferimento importante.
Qual è stata la tua trasformazione, da operatore di data entry a commesso?
Alla Virtual Coop ero un operatore di data entry, ma non era esattamente il lavoro più adatto a me. Nella Bottega ho iniziato un lavoro più dinamico, a contatto col pubblico, che mi ha spronato a lavorare sempre meglio.
Quindi hai migliorato non solo le tue condizioni lavorative, ma anche quelle psicologiche?
Certo! È un lavoro che amo e che cerco di fare con passione, quindi ne ricevo soddisfazione e vengo qui volentieri.
Raphael, in qualità di educatore specializzato, tu conosci bene Coop. Agriverde. Ce ne vuoi parlare in maniera più ampia?
La Cooperativa Agriverde nasce negli anni ’80 su richiesta dei servizi di salute mentale, dopo la chiusura dei manicomi. Il dottor Filippi, primario a San Lazzaro, ha pensato di sviluppare un ambito lavorativo in cui inserire persone con svantaggio psichiatrico. È stato scelto l’ambito del giardinaggio e dell’agricoltura, per una flessibilità della tipologia del contratto: quello agricolo è di tipo stagionale e prevede giornate di lavoro e giornate di riposo. Tale strumento è stato considerato ottimale, poiché veniva incontro alle necessità di quanti fossero incapaci, per motivi di malattia, di presentarsi tutti i giorni al lavoro. È una flessibilità che viene incontro alle difficoltà di chi soffre di depressione, schizofrenia, psicosi varie. e si è dimostrato uno strumento ideale per migliorare le condizioni di vita degli infermi.
Agriverde cresce quando le vengono affidati cantieri di manutenzione del verde dell’Azienda USL e in seguito, del Comune di San Lazzaro. Per arrivare a ciò è stato svolto un lavoro importante a livello politico, per far sì che le istituzioni potessero affidare alcuni lavori alle Cooperative Sociali, con la finalità di inserire persone nel tessuto lavorativo. Siamo una Cooperativa Sociale di tipo B, cioè produttivo e ci inseriamo nella manutenzione del verde e nella cura del paesaggio.
Foto: parco davanti alla Bottega
Abbiamo anche un settore agricolo, che però non si regge economicamente. Negli anni abbiamo riscontrato la difficoltà di alcuni pazienti del CSM di raggiungere alcuni livelli produttivi, per cui abbiamo creato un settore ancora più rivolto alla riabilitazione, di tipo A, in cui inseriamo soggetti con forti disturbi psichiatrici, che non riescono a mantenere certi ritmi, ma che hanno bisogno del lavoro, per ottenere un equilibrio psico-sociale. Quindi continuiamo a sviluppare l’agricoltura biologica, strumento pedagogico, educativo, atto a raggiungere un equilibrio di benessere e una buona identità lavorativa, per quanti siano in grado di rimanere nei contesti produttivi.
Dagli inizi a oggi è cambiato tantissimo: le patologie, i bisogni, le necessità dei territori, ma abbiamo tenuto duro. Abbiamo aperto le porte all'ufficio disabili adulti, a patologie con limiti cognitivi, al disturbo del comportamento, all'autismo. Abbiamo casi multiproblematici psichiatrici, di consumi di sostanze, che non rientrano nella tossicodipendenza, problemi sociali, economici.
Si tratta di persone provenienti da percorsi e servizi differenti che cerchiamo di far lavorare insieme. Se si guarda alla persona per le sue competenze e capacità, si raggiungono obiettivi comuni, lavorando insieme agli altri. Se si punta il dito sulla patologia, si creano conflitti e ineguaglianza. Per raggiungere gli obiettivi occorre una mediazione importante da parte degli operatori. Le competenze di ognuno vanno scoperte e organizzate, per sviluppare le attività lavorative.
Lavoro qui da vent'anni e sono ottimista, poiché vedo uno sviluppo delle nostre attività, attraverso un progetto di base esistente da decenni. Abbiamo due ettari di terra, su cui facciamo agricoltura biologica, un vivaio con una serra riscaldata, in cui produciamo piantine da orto come pomodori, peperoni che piantiamo nell'orto; alcuni poi vanno a raccogliere i prodotti, altri li vendono. Tutti i diversi settori vanno tenuti collegati, per creare una progettualità che va a costruire il futuro.
La Bottega mi dice cosa vuole il cliente, quindi posso programmare e avviare la catena produttiva, in questo senso progetto il mio futuro. Avvio cioè un processo che va dalla semina alla vendita di un prodotto. Quando un tirocinante mi dice: non so se domani riuscirò a esserci, io gli rispondo che ho bisogno di lui e della sua competenza; quindi posso fargli capire quanto egli sia importante nella mia organizzazione lavorativa e aiutarlo a dargli un’ulteriore motivazione.
Quando Massimiliano vuole andare a tagliare la legna, gli dico che ho bisogno di lui in negozio, perché abbiamo scoperto in lui una competenza importante, nel coinvolgere il cliente, nel presentare i prodotti in modo efficace, che si traduce in un riscontro economico. Infatti grazie a lui i clienti sono aumentati! Questo mi porta a dare più lavoro a chi semina e raccoglie nell'orto. In questo modo ho più possibilità di valorizzare le competenze e le utilità delle persone.
Ho visto che avete clienti che tornano volentieri…
Per noi è fondamentale. Il cliente misura la qualità del nostro lavoro: se torna abbiamo lavorato bene, se si lamenta, va ascoltato, perché ci indica come lavorare meglio; se non torna o il prodotto non era di qualità o non era ben pulito o è stato servito male in negozio. Nella parte A, quella riabilitativa, è importante lavorare sui rimandi che giungono dagli altri, per creare un rapporto tra il lavoratore e il mondo esterno. La persona con problemi psichiatrici è isolata e incarcerata nella sua testa, a causa di pensieri e percezioni personali e fatica a relazionarsi col mondo esterno, è persa nel suo mondo e non riesce a crescere nello sguardo dell’altro. Invece attraverso il lavoro, l’interazione col cliente, il soggetto si confronta con l’altro e inizia a creare legami significativi.
Foto: scaffali con le cassette di verdura bio
Mi confermi che questa attività, oltre ad avviare una buona integrazione nel sociale, fornisce un valido compenso economico per il tirocinante?
Si tratta di un percorso, con varie tappe. Coloro che lavorano sono in tirocinio e percepiscono un’indennità di rimborso concordata con l’Azienda USL, che non è un vero stipendio. Agriverde, grazie alla vendita dei prodotti, incassa una determinata cifra in conseguenza del lavoro svolto, che ci consente di pagare un solo operatore sui nove presenti. Ma se io vendo più prodotti, aumenta il fatturato e posso acquistare materiale che mi consente di migliorare il lavoro. Quest’anno abbiamo comprato un camion che desideravo da più di dieci anni, con cui ci rechiamo su nuovi cantieri, che altri rifiutano perché non rendono abbastanza, in cui lavoriamo per ricavare un ulteriore piccolo reddito, per noi importante.
Col tirocinante svolgiamo un lavoro atto a fornire l’idea del ritmo richiesto, delle competenze, delle qualità da sviluppare, per entrare nel mercato del lavoro. Quindi da noi la persona può passare dal settore riabilitativo a quello produttivo, ma può ottenere i risultati di Massimiliano che svolge diverse mansioni nella Bottega, è anche capace di fare il rappresentante e può persino cercare, se lo desidera, un nuovo lavoro meglio retribuito.
Interviene Massimiliano, che precisa
Il bello del nostro negozio è che possiede una trasparenza che altri centri biologici non hanno: il cliente può assistere alla raccolta, alla preparazione, alla vendita. Poi voglio aggiungere che mi piacerebbe davvero restare a lavorare qui e che mi do da fare per incrementare le vendite, anche fuori dalla Bottega, presentando i prodotti.
Ancora Raphael, che puntualizza
Io gli do carta bianca e lo assecondo, perché pubblicizzando Agriverde, crea nuovo lavoro e cresce come persona. Lui s’impegna ed è migliorato tanto. Da quando lavora nel negozio, la sua motivazione e senso di responsabilità sono cresciuti tantissimo. Gli piace mangiare bene e ha una vera passione per il cibo, cosa che abbiamo trasformato in qualità lavorativa.
Abbiamo anche un sito, ma i clienti arrivano soprattutto grazie al passaparola. Riscontriamo lacune sul piano comunicativo e pubblicitario e facciamo fatica ad aggiornare il sito. Per quanto riguarda la produzione, lavoriamo principalmente su cantieri pubblici riguardanti i parchi e condomini privati grandi. Lavoriamo pochissimo col privato piccolo, perché in realtà grandi è solo il direttore dei lavori che fa da tramite col cliente; in tal modo, se un nostro lavoratore ritarda o non si presenta al cantiere, riusciamo a compensare la lacuna senza conseguenze. Nei parchi storici Agriverde riesce a esprimere al meglio competenze e qualità, per l’attenzione nei confronti delle caratteristiche paesaggistiche e arboristiche specifiche.
Foto: da sinistra Raphael Decerf e Massimiliano Bambi
Massimiliano per concludere, dal momento che si avvicina il Natale, avete prodotti particolari da proporre al pubblico?
Abbiamo le classiche marmellate, le zucchine salate in pezzi, una novità interessante. Prodotti da proporre nelle ceste natalizie. I prezzi variano da 5 a 19 euro. Nelle ceste mettiamo un buono sconto, da utilizzare in Bottega. Mi sto proponendo come rappresentante e sono riuscito a far esporre i prodotti in un locale.
Giusy Carella
In Redazione Ugo De Santis