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“Hate Crimes No More” è la campagna appoggiata dall'Associazione contro le discriminazioni.

I crimini d’odio verso gli omossessuali o quelli transfobici sono una triste realtà della nostra società che si moltiplicano ogni giorno di più. Avere un orientamento sessuale diverso, reale o presunto ormai è visto come una colpa da punire e per farlo si compiono gli atti più abbietti che vanno dall'aggressione fisica agli insulti e alle minacce, si mette in atto una vera e propria violenza psicologica che porta poi queste persone a sentirsi escluse dalla società.

Secondo le stime del Dipartimento di Salute Pubblica i suicidi di giovani gay, lesbiche, trans e bisessuali in Italia sono aumentati e attualmente costituirebbero il 30% dei suicidi adolescenziali. Il nostro paese tuttavia non riconosce i crimini d’odio e quindi non ha mai approvato una legge specifica rivolta a questo problema e per questo non ci sono dati certi sul fenomeno e tali reati restano spesso impuniti.

Per combattere questa piaga bisognerebbe invece conoscere più nello specifico l’ampiezza di tale fenomeno, le sue caratteristiche così da capire quante persone sono coinvolte e cosa devono subire.

Hate Crimes No More Anna

Foto: immagine della campagna di sensibilizzazione

Per tale motivo il Centro Risorse LGBTI ha lanciato la campagna globale “Hate Crimes No More” che consiste nella compilazione online, in forma anonima, di un questionario: https://datacollection.risorselgbti.eu/hate-crimes-no-more-italy/ da parte di chi ha subito episodi di violenza e discriminazione. Attraverso un video e una serie di immagini questa campagna vuole raccogliere le storie e le testimonianze di episodi di omofobia su tutto il territorio nazionale.

Il Centro Risorse LGBTI ha da sempre svolto un lavoro di ricerca per cercare di combattere questi crimini; avere dei dati certi può permettere di contrastare il fenomeno e di evitare gesti estremi da parte di chi subisce una discriminazione.

Anche se siamo nel 2019 l’odio verso chi è diverso permane e attualmente sta anche crescendo perché queste persone sono viste come un pericolo, una minaccia per la società; un concetto davvero obsoleto e anacronistico, un’idea da ignoranti.

Valentina Trebbi

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