Arabia Saudita: uno Stato contro le donne

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In questo paese islamico le donne sono trattate come se fossero bambine incapaci di prendere decisioni.

Proibito studiare, lavorare, andare dal medico senza il consenso di padri o mariti; è questa la condizione imposta a tutte le donne del paese, ma adesso vogliono ribellarsi, dire basta a questa custodia maschile che le soffoca e, tramite una campagna social, stanno iniziando a far sentire la loro voce. Ed è stata una giovane studentessa a iniziare questa protesta, pubblicando su Twitter una foto di lei in giro per le strade di Riad senza il lungo abito nero, obbligatorio per legge in pubblico ma con un vestito a fiori, un gesto di sfida, di aperta rivolta che dimostra come queste donne non abbiano paura di affrontare le inevitabili conseguenze delle loro azioni. Una protesta che riguarda soprattutto donne adulte che vogliono essere trattate come tali e invece non solo non possono avere un lavoro e un’istruzione ma non è consentito loro guidare la macchina, prendere l’aereo, affittare un appartamento o aprire un conto in banca senza il permesso di un uomo, un “guardiano” che deve vigilare su tutto ciò che fanno.

Molti attivisti stanno provando a sensibilizzare l’opinione pubblica su questa vera e propria violazione dei diritti mettendo in rete una serie di video come quello di una chirurga che riceve l’invito a partecipare a un convegno e deve chiedere l’autorizzazione al figlio che, seduto comodamente a casa, non si degna nemmeno di risponderle. Qualche piccolo segnale però c’è stato infatti nelle elezioni comunali dello scorso anno le donne potevano presentarsi non solo come elettrici ma anche come candidate e alla fine ben in 20 sono state elette, un traguardo che non si credeva di poter raggiungere fino a poco tempo fa ma che ora apre la strada a nuovi scenari.

Donna Della Arabia Saudita Al Seggio

Foto: donna dell'Arabia Saudita per la prima volta al seggio

Ed è stata approvata quest’anno anche una legge contro la violenza domestica, all’ordine del giorno in famiglia mentre lo sceicco dello Stato ha affermato che ”le donne devono essere le guardiane di se stesse…”, una dichiarazione forte, una vera presa di posizione che però sottolinea come il coraggio e i diritti femminili stiano crescendo. Ma le sfide sono ancora tante e gli ostacoli non sono stati del tutto abbattuti anzi, poco tempo fa è stata arrestata la studentessa ribelle e ciò dimostra come la strada da percorrere sia lunga e tortuosa e non tutti nel paese approvano questa alzata di testa perché si teme e si sa, che potrebbe creare una vera e propria rivoluzione.

Le donne saudite però non mollano e continuano a raccogliere consensi e firme a favore della loro causa; sono donne emancipate, che potrebbero rendersi indipendenti ma che da un punto di vista legale restano minorenni tutta la vita e quindi non possono assolutamente muoversi da sole, andare al mercato o fare una semplice passeggiata. Di recente è stato pubblicato un libro con una copertina emblematica che rappresenta una donna in bici vestita col tradizionale abito nero lungo e accompagnata da un membro maschile della famiglia, che la controlla come fosse una guardia, un’immagine molto significativa che evidenzia in che condizioni vivono queste donne.

So che non possiamo fare molto per aiutarle ma si può mostrare indignazione firmando le loro petizioni così che possano essere prese in seria considerazione; è difficile combattere contro uno Stato dove una mentalità del genere è profondamente radicata ma possiamo provare a sostenerle in questa lunga e difficile sfida.

Valentina Trebbi

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