Dislessia, un problema frequente di cui si parla poco

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La dislessia è una patologia abbastanza diffusa ma che ancora oggi viene considerata senza importanza.

I ragazzi che soffrono di DSA, questa è l’abbreviazione di “disturbi specifici dell’apprendimento”, sono tanti e si tratta soprattutto di ragazzi in età scolastica quindi giovanissimi che si trovano a dovere affrontare un problema che a volte li mette in imbarazzo non solo nei confronti dei compagni ma anche di persone adulte. La dislessia è un disturbo neurologico caratterizzato dall'incapacità di comprendere e leggere un testo intero anche se il significato delle singole parole viene capito. Si può ben capire che si tratta di una sindrome difficile da trattare e specialmente gli insegnanti si trovano in difficoltà perché non sanno come rapportarsi nei confronti dei giovani che ne soffrono infatti bisogna prendere tutta una serie di misure adatte, creare metodi di studio efficaci perché si tratta di un percorso a ostacoli a cui si deve arrivare consapevolmente.

Tuttavia molte scuole si stanno attrezzando per aiutare i bambini affetti da dislessia, infatti in presenza di un certificato medico che attesti la malattia, i docenti elaborano un piano di studi specifico con misure che variano a seconda sia della classe che delle materie e che riguardano l’uso alternativo del computer, della calcolatrice o delle tavole dei verbi, delle mappe concettuali oppure le carte geografiche. I genitori devono però controllare che vengano prese tutte le misure previste perché sono spesso gli studenti stessi a dire che va tutto bene, specie gli adolescenti i quali vivono nell’assurda paura che magari svolgere verifiche o compiti diverse dai compagni li faccia essere diversi dai loro coetanei, un timore infondato ma che si può benissimo capire.

Spesso poi sono gli stessi insegnanti a mostrare insofferenza nei confronti di questi studenti, rimane ancora qualche zona oscura d’incomprensione, legata a vari pregiudizi ma fortunatamente è anche vero che molti docenti negli ultimi anni si sono specializzati nella cura di questi casi in modo tale che quando c’è bisogno loro sono pronti e preparati per seguire i ragazzi. Ề però molto importante che il ragazzo con tali disturbi sia comunque incoraggiato a partecipare alle attività scolastiche perché anche lui avrà delle curiosità ed è quindi giusto che gli si diano spiegazioni, un compito che spetterebbe proprio ai docenti perché è un modo per dargli sicurezza e non farlo sentire escluso dal gruppo. Anche il ruolo svolto dai compagni è fondamentale, bisogna cercare di capire in che modo si relaziona con loro e come loro vivano il problema, magari si può individuare un compagno che aiuti il ragazzo affetto da dislessia a integrarsi e interagire con gli altri, una persona più empatica o solo più sensibile.

L’importanza della socializzazione, della condivisione, dell’integrazione sono la base su cui bisogna lavorare per aiutare le persone dislessiche che come avrete capito, sono in maggioranza giovani e bambini che si trovano catapultati in un mondo diverso dagli altri e la scuola insieme alla famiglia dev’essere la prima a garantire un aiuto, a far capire che sono persone come tutti e come tutti vanno accettati.

 Valentina Trebbi

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