L’obbiettivo di Unindustria: conciliare i tempi di vita-lavoro, co-gestire figli o anziani dei dipendenti, educare a un sano stile di vita.
Questi erano gli obiettivi previsti dal progetto "Giano" ideato da Unindustria Reggio Emilia nel giugno del 2016. Il progetto sperimentato a Correggio e hinterland, vede ora otto imprese condividere le stesse pratiche di welfare aziendale. Ora l’Associazione lo ha rilanciato pensando “in grande”, coinvolgendo, alcuni giorni fa, nella sede di Reggio Emilia, ben 120 imprenditori fisicamente presenti o in videoconferenza, che hanno potuto ascoltare l’esposizione dei relatori Giusi Speziale e Aldo Bianchi.
I funzionari Unindustria, hanno affrontato il tema da un punto di vista contrattuale e fiscale, sottolineando l’importanza strategica del welfare aziendale, per lo sviluppo e la competitività delle imprese. In particolare ci si è occupati dell’introduzione di questo strumento, nelle realtà più piccole e meno strutturate. Stefania Bonacini di Assoservizi, società di Unindustria che si occupa di payroll e servizi collegati, ne ha invece illustrato i riflessi sulle buste paga. Nel corso dell’incontro, sono stati esaminati gli strumenti che si possono attivare, dove previsto dai contratti nazionali o aziendali.
Foto: da sinistra Aldo Bianchi, Giusi Speziale e Stefania Bonacini di Assoservizi
Particolare attenzione, naturalmente, è stata posta su "Giano", quale progetto pilota “unico” in regione: «Il welfare può incrementare la produttività ed assicurare maggiore tutela economica e sociale, oltre a offrire anche una grande occasione di dialogo quotidiano tra l’azienda e i propri collaboratori» - ha sottolineato Unindustria Reggio Emilia - «La consapevolezza di queste opportunità ha spinto uno dei più importanti contratti collettivi nazionali, quello metalmeccanico-industria, ad introdurlo nel rinnovo, aprendo così una nuova stagione di relazioni industriali» - Infine, insistendo sull'importanza del welfare aziendale - «…esiste un’ampia gamma di beni e servizi, da quelli socio-assistenziali e di sostegno del reddito, ai servizi per il benessere dei dipendenti e loro familiari, fino alla previdenza integrativa in campo pensionistico e sanitario».
In un paese nel quale, nello scorso marzo, come riportato da Nicola Atalmi, di CGIL comunicazione, un’azienda pretendeva da una dipendente incinta, di lasciare all'azienda l’assegno di maternità, cosicché potessero pagare una sostituita, la Buona Notizia del progetto Unindustria Reggio Emilia, è una ventata d’ossigeno, in una società sempre più orientata alla mera ricerca di manodopera a basso costo.
Luciano Bonazzi
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS