1888: quando il futuro era luminoso e bello

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Più di un secolo fa la Grande Esposizione era bolognese.

Nell'ultimo ventennio dell'Ottocento inizia quel periodo di splendore culturale, tecnologico e scientifico detto Belle Époque. L’entusiasmo dell’opinione pubblica era alle stelle, poiché tutto sembrava realizzabile.

Per dare un’idea dei miracolosi progressi dell’epoca, basti citare l’arrivo dell'illuminazione elettrica nelle prime grandi città (New York 1882 e Milano 1884); la creazione delle prime fabbriche di automobili nel 1883 e la relativa diffusione del mezzo; e ancora: il cinema, la radio, la macchina da scrivere, il telefono

Le esposizioni si diffondono in tutto il mondo, per celebrare il progresso delle nazioni più evolute e finalmente nel 1888 arriva, nei Giardini Margherita di Bologna, l’Esposizione Emiliana, evento di rilevanza nazionale, celebrato in presenza di Re Umberto I e della Regina Margherita di Savoia. Grandi padiglioni, costruiti all'uopo, animeranno la vita cittadina per mesi e celebreranno i progressi non solo dell’industria e dell’agricoltura, ma anche della musica e delle belle arti.

A distanza di tanti anni, l’Associazione Laboratorio Staveco (organizzazione comunitaria che promuove, nell’area Ex-Staveco, la creazione di un Centro per l'Artigianato Bolognese) rievocherà gli antichi fasti e attraverso l’organizzazione di una serie di eventi (che avranno luogo venerdì 7, sabato 8 e domenica 9 settembre), traccerà un filo di collegamento ideale tra il mondo produttivo dell’Ottocento e quello dei nostri giorni.

Per celebrare quel “saper fare manuale”, quell'abile artigianato che valorizza l’attività umana e riqualifica gli spazi urbani. Tale iniziativa si svolge all'interno della rassegna "Giardini & Terrazzi", manifestazione dedicata al verde.

Sebastiano Curci e Ugo De Santis

Pagina Fb: ExpoBO 130

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