Inaugurato il Centro Arti e Scienze, il nuovo spazio dell’Opificio Golinelli.
Il futuro è l’ossessione di Marino Golinelli. A distanza di due anni dalla nascita dell’Opificio, l’imprenditore e filantropo ha inaugurato ieri il Centro Arti e Scienze, il nuovo tassello di quella che presto diventerà una città nella città dedicata alla cultura, formazione, educazione, ricerca e impresa unico in Italia e in Europa.
Lo spazio progettato da Mario Cucinella si presenta come un parallelepipedo di 30x20 metri alto 8 pensato come una metafora di qualcosa destinato a crescere: il cuore della costruzione di 700 metri quadrati che ospiterà un fitto programma di attività volte a offrire una sintesi tra arte e scienza è avvolto da una struttura che rappresenta due molecole. «Noi lo chiamiamo padiglione» sottolinea Golinelli «non si tratta di un museo e qui non faremo solo mostre: vogliamo mettere in contatto tra di loro le varie arti e offrire ai giovani uno spazio di contaminazione».
Foto: (da sinistra) Mario Cucinella e Marino Golinelli © www.fondazionegolinelli.it
Contaminazione è l’altra parola chiave: come non ci sono muri o divisori all’interno del centro così non ci sono barriere tra le varie discipline. «L’Opificio è la prima struttura in Italia a mettere insieme arte e scienza» precisa il Presidente della Fondazione Golinelli Andrea Zanotti «non è un capriccio ma qualcosa a cui noi, a livello metodologico, affidiamo una valenza fondamentale».
Alla mostra Imprevedibile, essere pronti per il futuro senza sapere come sarà curata da Giovanni Carrada e Cristiana Perrella e visibile al pubblico a partire da venerdì 13 ottobre è affidata parte del racconto della forza visionaria dell’imprenditore oggi 97enne: le opere di sedici artisti contemporanei italiani e internazionali, la maggior parte dei quali giovani, aiutano a trovare risposte alle numerose domande che riguardano il futuro.
Foto: Centro Arti e Scienze © Engram Studio per MCA
Il percorso che si snoda in sei sezioni dove poter vedere anche i lavori di artisti come Flavio Favelli, Ai Weiwei e Ryoji Ikeda, intervallato da video che raccontano l’importanza dell’innovazione, si conclude con Work No. 2833: Don’t Worry, l’installazione di Martin Creed che invita a non preoccuparsi per quello che verrà. Lo stesso spirito che pervade questo ragazzo quasi centenario che ha deciso da anni di scommettere su qualcosa che ai più, specialmente in questi tempi, appare come nebuloso.
«Con l’attività della Fondazione ho voluto dare ai giovani la possibilità di avere un sogno e coltivare il loro futuro come è stato permesso a me» dice Golinelli «avere un sogno e vivere per esso significa dare un significato al perché della nostra vita».
Giorgia Olivieri
Fino al 4 febbraio – biglietti dai 4 agli 8 euro.
Tutti i dettagli su: www.artescienzaeconoscenza.it
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