La Polisportiva che fa ballare le persone con handicap visivo.
Da diversi anni, a Torino, è stata avviata un’iniziativa che coinvolge persone con disabilità visiva, per dimostrare come il tango possa essere accessibile anche a chi non vede.
Il progetto "Tango cieco", proposto dal maestro di ballo Ruggiero Gallo, mostra come questa disciplina aiuta le persone cieche e ipovedenti ad acquisire più consapevolezza corporea e più percezione nello spazio. L’esperienza fatta diede ottimi risultati.
L’entusiasmo e le soddisfazioni dei partecipanti, che dopo un inizio titubante si trovarono ad amare il tango, furono tali da avviare nell'Associazione sportiva i corsi di tango. Da allora il tango è diventato un punto di riferimento della Polisportiva dell'UICI del capoluogo piemontese (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).
Foto: passo di tango argentino
I corsi di formazione e le lezioni di ballo non sono riservati esclusivamente a non vedenti, si tratta di percorsi aperti a tutti coloro che desiderano ballare il tango. Per consentire agli appassionati ballerini di esibirsi in pista, in un luogo dedicato ove mettere in pratica le lezioni di ballo, è stata creata Milonga cieca.
Segnaliamo un’altra importante proposta: il “Flamenco Inclusivo Italia” in Emilia-Romagna. Flamenco inclusivo ideato da Jose Galàn è stato portato in Italia dalla ballerina di flamenco e responsabile dell’Associazione Libertas Fiorano Cristina Barca a Fiorano Modenese per persone con disabilità.
Galàn maestro e coreografo di fama internazionale considerato tra i massimi esperti dell’integrazione della disabilità nella danza che nel 2010 fondò la sua compagnia di Flamenco inclusivo, pioniera nella creazione di spettacoli integrativi.
Il "Tango cieco" e il "Flamenco inclusivo" sono due esempi di come il ballo, se adattato e applicato alle singole specificità e diversità, può essere pensato come strumento di aggregazione, inclusione e integrazione e di come da queste proposte le Associazioni possano trarre ispirazione per promuovere e diffondere attività socio-ricreative.
Chiara Garavini
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