Nella 4a puntata facciamo un viaggio nei giochi educativi per gli anziani.
Siamo giunti alla quarta clip del progetto audiovisivo “AD Maiora Storie di resilienza”, un percorso nella resilienza e nel coraggio, ma anche uno sguardo su chi si impegna a favore di persone con fragilità. Il significato della formula latina scelta da AD Communications, per definire questo programma, è di un augurio di qualcosa di positivo per il futuro, contando su qualcosa di bello che prima o poi arriverà.
Il format è online, e la diffusione è sul piano nazionale grazie a diversi media-partners dell’agenzia di comunicazione. La puntata della quale raccontiamo oggi, vede protagonista l’Associazione di volontariato Giovani nel Tempo che aiuta gli anziani a rimanere in attività. Antonella Cerchier, Vicepresidente dell’organizzazione, afferma che il gioco per gli anziani può essere nuovamente «una maniera di ritornare abile, di interagire», di misurarsi anche con le altre persone.
Foto: scatole di giochi da tavolo
Invecchiare dovrebbe considerarsi una fortuna, ma la mente deve essere in allenamento e sana, anche nella cosiddetta terza età. “Giovani nel Tempo” patrocina la socializzazione e la custodia della memoria. Infatti, tramite i giochi educativi è possibile agevolare il benessere, lottare e evitare le patologie connesse all’invecchiamento. La Cerchier, nella video-intervista sottolinea anche come il gioco renda ancora competitivo chi non lo era più e come per gli anziani sia una forma di vittoria, di stimolo.
Marco Lo Russo, Neuropsicologo e Psicoterapeuta dell’Associazione afferma che l’attività ludica permette di attivarsi sui processi comunicativi come la memoria e l’attenzione, e come sia efficace contro la inclinazione a disimpegnarsi dell’anziano. “Use it or lose it” (“usalo o lo perdi”) è il paradigma delle Neuroscienze per contrastare l’invecchiamento.
Silvia Saronne
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