Short Stories. Domani sera al Duse tre assoli di Carolyn Carlson

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Carolyn Carlson, una delle più grandi interpreti della postmodern dance, torna a Bologna con tre assoli femminili.

“La fronte del vento appariva
Come un'alba nella foresta”.
E. Verhaeren, “Les Visage de la vie. Le Vent”

Californiana, classe 1943, Carolyn Carlson è annoverata tra i più grandi interpreti della danza contemporanea degli ultimi trent'anni. Amata soprattutto in Italia e in Francia per le sue qualità di docente oltre che di coreografa e danzatrice l'artista ha sostato per lungo tempo a Parigi e a Venezia, arrivando a dirigere nel 1974 il Gruppo delle Ricerche Teatrali all'Opéra di Parigi e fondando nel 1999 “L'Atelier de Paris-Carolyn Carlson” alla Cartoucherie de Vincennes, mentre nello stesso anno la Biennale le ha affidato la guida del settore danza, mantenuta fino al 2002.

Viaggiatrice instancabile la Carlson, come molti danzatori della sua generazione, è stata profondamente influenzata dall'incontro con le filosofie orientali, in particolare il Buddhismo Zen, che ha finito per definire il segno poetico e spirituale che ha caratterizzato la maggior parte della sua produzione successiva.
È il caso anche di “Short Stories”, le tre brevi storie tre assoli che la coreografa proporrà sul palco del Duse domani sera alle 21 insieme alle danzatrici Céline Maufroid e Sara Orselli.

Il primo assolo, Immersion, ci porterà a contatto con l'acqua, l'elemento più caro alla danzatrice, non a caso soprannominata la “Water Lady”, complice la fortuna dello storico lavoro “Le città d'acqua” (1988), un omaggio, tra le altre, a Venezia che all'epoca venne trasmesso su Raidue. Nello spettacolo la Carlson si immergerà piena di grazia nella fluida e profondità del moto ondoso, diventando tutt'uno con l'elemento stesso e invitandoci a sostare nell'intensità delle nostre più piccole percezioni.

Nel secondo, Wind Woman, vedremo la danzatrice Céline Maufroid restituire la delicatezza e la veemenza del vento a partire dall'ascolto del respiro che governa i nostri corpi, che emaniamo al nostro interno e quando siamo vicini gli uni con gli altri. 

Carolyn Carlson Dancer

Foto di: Laurent Paillier

Il terzo, Mandala, interpretato da Sara Orselli sulle musiche di Michael Gordon, è uno studio sul cerchio dell'ensō, simbolo dell'universo e del gesto artistico perfetto, a cui si accompagna l'indagine sul mistero degli agroglifi, motivi circolari apparsi sui campi di grano e che ci richiamano alla presenza di un altrove invisibile.

Una meditazione in movimento, un gesto che trova espressione creativa nell'osservazione del quotidiano, nella natura e nella percezione del presente, che vive nel dialogo e nella lotta tra gli opposti. Uno slancio continuo in direzione della libertà e della bellezza, del perenne mutamento che mette in crisi l'esistenza dello spazio e del tempo.

Supportata da una tecnica ferrea nonostante l'invito all'abbandono, la danza di Carolyn Carlson è quella dei grandi maestri, un dono al pubblico, un gesto che non è mai esibizione ma che si sviluppa in direzione dell'incontro: una trasmissione di sapere che ci indica una via personale e non omologata, un invito a cogliere la forza dell'universo sensibile che ci circonda perché possa crescere e maturare nel percorso di ognuno di noi.

Lucia Cominoli


Per ulteriori informazioni: www.teatroduse.it

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