Ma si stava meglio quando si stava peggio?
Achille Lauro fu armatore di successo e politico rampante, protagonista – nel bene e nel male – della storia italiana del Novecento. Di lui si narra che regalasse all'elettore una scarpa prima del voto e l’altra in caso di propria elezione. E ancora, si dice che elargisse banconote tagliate a metà e pacchi di pasta, per invogliare al voto in suo favore. A modo suo, un vero “genio”. E a volte i “geni italici” tornano e hanno perfino lo stesso nome!
Confesso la mia totale ignoranza in materia di musica leggera italiana dei nostri giorni e che per me il Festival di San Remo è più sgradito dell’orticaria. Figurarsi, sono un tipo all'antica, pensate che per me la massima espressione musicale è la Bossa Nova brasiliana, genere nato negli anni ’50, espressione di melancolia mista ad allegria, con grazia ed equilibrio.
Nelle ultime ore, in tv vengono trasmessi spezzoni del Festival che ho accuratamente evitato di vedere e tra polemiche e sberleffi originali, è comparsa una creatura degna dei più fantasiosi bestiari medievali, tanto sgraziata, stonata e repellente quanto splendida manifestazione di guscio vuoto riccamente dipinto dei colori e accessori vestiari più sgargianti ed esclusivi. Insomma un essere unico e irripetibile (per fortuna!) di cui non si fa altro che parlare e di cui si commentano le prodezze…
Confesso che quando incontro sul piccolo schermo tale campione di modernità, non riesco a resistere più di 5 secondi, prima di cambiare canale, perché non vorrei sognarmelo la notte! Ma perdonatemi, sono all'antica e non faccio testo. E già mi immagino il proliferare di figure simili sui palcoscenici, per strada, nella mente dei più spericolati individui. E ripenso al vecchio Achille Lauro e lo preferisco a questo di oggi. E ripenso ai suoi pacchi di pasta. Ormai non ci sono rimasti più neanche quelli! Ma si sa, ogni società ha l’Achille che si merita!
Ugo De Santis
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