Il romantico del calcio: Mauro Bellugi

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Lo sport italiano piange un protagonista del passato.

Un altro grande del nostro calcio ci ha lasciato, Mauro Bellugi, classe 1950. Il giocatore degli anni '70 è deceduto all'età di 71 anni. Fu terzino e stopper dell’Inter, in cui vinse il suo unico scudetto nel '71, fu ceduto al Bologna dove indossò la maglia rossoblù per 5 anni prima di passare al Napoli e chiuse la sua carriera alla Pistoiese. Lasciò il calcio a 31 anni per via di problemi alle ginocchia. Non lasciò mai completamente il mondo del calcio, fu anche commentatore per varie tv.

Nel 1974 venne convocato da Valcareggi, CT della Nazionale, per disputare il Mondiale di Calcio nell’allora Germania Ovest, senza mai entrare nel rettangolo di gioco. Nel 1978 il CT Bearzot lo convocò per i mondiali in Argentina, anno in cui arrivammo IV; fu convocato anche dallo stesso CT per il Campionato Europeo del 1980 svoltosi in Italia, ma non scese mai in campo. Con l’Inter nel 1971 segnò anche il suo unico gol alla squadra tedesca del Borussia Mönchengladbach in Coppa Campioni.

A novembre dello scorso anno, risultò positivo al Covid-19, successivamente a causa di intervenute complicazioni, gli vennero amputate le gambe, lo ha raccontato lui stesso dicendo: «Mi ha tolto anche la gamba con cui feci gol al Borussia», mentre parlava con un giornalista, frase che poi fu inserita in una pagina web. I nerazzurri e i felsinei hanno disputato i loro incontri di campionato con il lutto al braccio ed è stato ricordato su tutti i campi con un minuto di silenzio. I dirigenti delle squadre dell’Inter e del Bologna lo ricordano così: «È stato un eroe in un calcio che adesso non esiste più».

Valter D’Angelillo

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