Fino al 16 luglio al Museo della Figurina si potrà visitare la mostra sulle eroine dei cartoni animati giapponesi negli anni ’80 e ’90.
Difficile non avere un brivido nella schiena al solo sentire pronunciare “Parimpampùm” se sei donna e nata negli anni ’70 e nei primi anni ’80. Ora quella formula magica è diventata il titolo della mostra dedicata alle “bambine magiche nelle figurine”, allestita fino al 16 luglio al Museo della Figurina di Modena. Si tratta di un focus particolare a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli che va a completare la mostra 80-90. Televisione, musica e sport in figurina.
Francesca, come sta andando la mostra?
In sole due settimane abbiamo avuto un’ottima risposta in termini di visitatori. Pensavamo sarebbero venute solo donne trenta-quarantenni ma in realtà sono passati anche molti uomini attratti dalla componente fantasy di questi anime.
Come nasce e come si snoda “Parimpampùm”?
Noi siamo partite da quello che abbiamo in figurina e abbiamo notato che c’è una grande quantità di bambine magiche con poteri. Studiandole le abbiamo divise in tre categorie: streghette, maghette e eroine. Le streghette hanno poteri innati, parliamo di Bia e Lulù per fare dei nomi, le maghette invece sono ragazzine normali che acquisiscono dei poteri speciali della durata di un anno circa dopo aver incontrato una mascotte dalle sembianze animali, su tutte Yu-Creamy mentre le eroine, che arrivano un po’ più tardi, combattono da sole contro le forze del male, basta pensare a Sailor Moon.
Cosa viene fuori dallo studio di questo materiale?
Ci siamo accorte che questo era un mondo tutt’altro che frivolo. Sono storie di mahō shōjo, ragazze magiche, che rispondono ad archetipi universali. Thelma nel contributo del catalogo ha parlato del viaggio dell’eroina che trova il mentore, ha una missione e che alla fine del percorsa acquisisce una maggiore consapevolezza di sé una volta raggiunto il proprio obiettivo. Io mi sono concentrata sull’affermazione di quello che viene chiamato girl power dove queste ragazzine dotate di poteri non rinunciano al loro aspetto molto femminile, addirittura sexy in certi casi. La maggior parte di questi manga sono stati scritti da donne che non avevano alcuna intenzione di creare sex symbol ma portare avanti il concetto che una ragazza può emanciparsi come un supereroe maschile senza nascondere la propria femminilità.
Le bambine magiche quindi come rivendicazione femminista?
Tutto coincide con l’ondata di femminismo che travolse il paese del Sol Levante quando negli anni ’80 le donne ottennero la prima legge sulle pari opportunità. È come se il racconto di queste bambine andasse a colmare il gap tra la realtà dei fatti e l’obiettivo a cui tendevano e lo facevano attraverso la magia.
Possiamo parlare di storie di bambine ribelli ante litteram, citando il caso editoriale del momento (Storie della buonanotte per bambine ribelli edito da Mondadori, n.d.r.)?
Diciamo che sì, sono stati anticipati i tempi. Questi cartoni sono nati in una situazione dove non c’erano pari opportunità. Come se avessero detto “ok, non c’è emancipazione, allora parliamo di potere femminile almeno per finta”.
Cosa vi ha sorpreso in queste prime settimane?
Durante la visita guidata mi ha stupito vedere figlie di madri quaranta-cinquantenni rapite da questi racconti di girl power, erano a bocca aperta. Evidentemente, benché molto piccole, percepiscono già il trattamento diverso rispetto ai maschietti e sentono che dovranno lottare di più per ottenere qualcosa.
E le madri? Sono state influenzate da queste bambine magiche?
Non lo so, penso che sia soggettivo. Noto però che le ragazze si stanno impegnando molto per la loro realizzazione personale che passa anche dalla condizione lavorativa. Non si accontentano di essere moglie e madri, a meno che non sia il loro reale desiderio. Può darsi che questo impegno scaturisca da quelle visioni nel periodo infantile.
Si è persa qualche magia oggi?
Be’, sì. Ora i cartoni animati vengono trasmessi a ripetizione senza un filo logico mentre in quegli anni per vederti una puntata dovevi essere davanti alla tv in quel dato orario. Ecco, forse si è persa l’attesa di quel momento magico e irripetibile di quando eravamo piccoli noi.
Giorgia Olivieri
Parimpampùm - "Le bambine magiche nelle figurine"
a cura di Francesca Fontana e Thelma Gramolelli in collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Quando: 11 marzo – 16 luglio 2017
Dove: Museo della figurina, Palazzo Santa Margherita, Corso Canalgrande n. 103 – Modena
Costo: Ingresso gratuito
Orari:
mercoledì-venerdì: 10:30-13; 16-19.30
sabato, domenica e festivi: 10.30-19.30
chiuso lunedì e martedì
Info: www.museodellafigurina.it - tel.: 059/2032919