Scorci, strade, monumenti ma soprattutto “saluti” da luoghi che non esistono più.
Chi saprebbe dire oggi dove si trovano via Roma e Piazza Vittorio Emanuele II?
«Mi raccomando, mandami una cartolina!». Ci si salutava così in un tempo non troppo lontano quando qualche familiare o amico andava in vacanza o visitava un posto nuovo. Solo una manciata di anni fa si era soliti entrare in una tabaccheria, anzi in un Sali e Tabacchi, oppure ci si affacciava in un’edicola per scegliere l’immagine più bella, più divertente, più suggestiva da spedire per posta previo acquisto di un francobollo e scrittura di una dedica o di un semplice saluto. Preistoria, se paragoniamo tutta questa trafila all’immediatezza del gesto di tirare fuori un telefono dalla tasca e scattare una foto da inviare via WhatsApp. A preservare questa memoria ci ha pensato l’Archiginnasio che ha messo online sul proprio sito quasi 1500 cartoline che raffigurano la Bologna a cavallo dei due secoli scorsi. (www.archiginnasio.it/bibliotecadigitale.htm).
Gran parte di queste testimonianze appartengono alla collezione della signora Giovanna Parmeggiani che nel 2011 ha donato alla biblioteca circa 1300 cartoline raccolte insieme al fratello Antonio. Questo patrimonio si va ad aggiungere a una collezione più ridotta dell’Archiginnasio, già da diversi anni disponibile sul sito e molto cliccata da curiosi e non solo. «Questa banca dati è molto interessante non solo per vedere la Bologna di una volta ma si tratta di preziosa documentazione che permette agli studiosi, agli architetti e agli urbanisti di ricostruire le varie fasi di trasformazione di porzioni di città di cui a volte la cartolina è l’unica testimonianza in nostro possesso» illustra Marcello Fini, il bibliotecario che ha coordinato il progetto.
La collezione appena pubblicata mostra infatti scorci, monumenti, strade, momenti della vita quotidiana ma anche luoghi di villeggiatura e personaggi illustri databili, grazie al timbro postale, tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. «Abbiamo digitalizzato tutte le cartoline con lo scanner e le abbiamo “soggettate” come si fa con il frontespizio di un libro» spiega Fini «abbiamo ricopiato tutte le informazioni disponibili, data, editore, stampatore e il luogo rappresentato che a volte non esiste neanche più, e gli abbiamo attribuito il nuovo indirizzo». «Per esempio via Roma oggi è via Marconi oppure molti non sanno che Piazza Maggiore si chiamava Piazza Vittorio Emanuele II o che via del Mercato di Mezzo nei primi del Novecento fu sventrata e ribattezzata via Rizzoli» continua il bibliotecario «a ogni cartolina abbiamo dato un nuovo soggetto, l’abbiamo pubblicata e georeferenziata: chi clicca saprà subito rintracciare il posto».
Foto: cartolina deìia Bologna antica
Uno degli aspetti più spinosi di questo lavoro è stata la collocazione temporale. «Dove non si leggeva la data, siamo andati a ricostruirla attraverso gli elementi urbanistici ritratti dalla cartolina come la presenza del tram elettrico o di quello a cavallo di cui abbiamo informazioni precise» dice Fini. Legittimo chiedersi se è possibile mettere il naso anche sui saluti da Bologna. «Non abbiamo potuto riportare le scritte a mano per una questione di privacy, sono dati sensibili. Peccato però» si lascia sfuggire chi su quelle cartoline ha passato un sacco di giornate. Va da sé che questo è un lavoro in progress: tutti sono invitati a portare le proprie cartoline oppure a contribuire a migliorare con altre informazioni le didascalie pubblicate (info a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).
Quella sulle cartoline di Bologna non è l’unica banca dati disponibile nella biblioteca digitale dell’Archiginnasio. Sono una trentina quelle a disposizione che raccolgono più di un milione di immagini digitalizzate consultabili da tutti provenienti dalle varie raccolte della biblioteca come libri, giornali, manoscritti, stampe, mappe, cartoline e molto altro. Inoltre è possibile non perdersi nemmeno una delle mostre che si tengono in biblioteca: i documenti in esposizione, il più delle volte, vanno on line il giorno stesso dell’inaugurazione. Le più cliccate? Quelle sul Bologna calcio e quelle sulle riviste di moda dell’Otto-Novecento.
Giorgia Olivieri
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