Che ne sanno i giovani del sangue? Ce lo svela un questionario

Dal territorio
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L’Avis del Distretto di San Lazzaro premia con 7.500 euro le superiori del territorio che hanno partecipato alla compilazione del formulario.

Dal Comprensorio Idice-Savena dell’Avis 7.500 euro alle scuole del Distretto grazie al questionario rivolto agli studenti: “Che ne sanno i giovani del sangue e della donazione?”. Per rispondere alla domanda il mese scorso sono stati raccolti dati con un questionario distribuito dalle Avis agli studenti delle superiori. Gli istituti coinvolti sono stati: il “Noè” di Loiano con 29 studenti, il “Majorana” sezione di Monghidoro con 14 studenti, il “Majorana” di San Lazzaro con 134 studenti, il “Mattei” di San Lazzaro con 138 studenti e il “Fermi” sezione di San Lazzaro con 94 studenti. Con i 7.500 euro che saranno ripartiti fra le scuole sulla base del numero dei loro studenti che hanno partecipato.

Come premessa è utile sapere che da decenni volontari Avis, spesso coadiuvati da medici, si impegnano nelle aule scolastiche per spiegare cos’è il sangue, e i suoi derivati, i motivi della sua fondamentale necessità per salvare vite umane. Occasioni per trasmettere ai ragazzi i valori della solidarietà e della donazione disinteressata e anonima. Oltre a educare a corretti stili di vita, a evitare consumo di sostanze stupefacenti, tatuaggi, piercing, rapporti sessuali a rischio occasionali non protetti che possono portare a contagi di aids o epatite B o C.

Come ha ribadito il Presidente del Comprensorio Giampietro Nepoti «riteniamo che quanto emerso da questa indagine, sia importante perché ci ha consentito di raggiungere gli obiettivi che ci eravamo posti: approfondire la conoscenza degli studenti e ricevere da loro pareri e suggerimenti su come migliorare la nostra attività sia nei contenuti che nella comunicazione». Il risultato è un fascicolo di 36 pagine, denso di dati e grafici, presentato in occasione della consegna del virtuale assegno alle scuole avvenuta il 14 dicembre nell’aula magna del “Mattei” di San Lazzaro alla presenza delle istituzioni e dei studenti che hanno gremito la sala. 

A Polga 02 Massimo

Dopo il saluto della Vicepreside del “Mattei”, Elena Marini, i risultati sono stati illustrati da Claudio Lorenzini dell’Avis di San Lazzaro. Dai dati emerge una propensione al volontariato con il 19% dei 409 studenti che riferisce di svolgere già attività in associazioni culturali e ricreative. E riferiscono che nel 35% delle famiglie ci sono fratelli, genitori o nonni impegnati nel volontariato. Col 47% dei ragazzi che associa la parola “dono” a un «pensiero spontaneo senza secondi fini» in linea con i principi dell’Avis per la quale il dono del sangue è volontario, gratuito e anonimo. In termini generali tutti gli studenti ritengono importante la donazione di sangue, organi, midollo osseo, cordone ombelicale. Per il 57% è «un gesto di generosità verso chi ha bisogno», e per il 27% è invece un «gesto di solidarietà». Anche perché un giorno, chissà, «potrei averne bisogno anch’io».

Riguardo all’informazione sulla donazione e sulle associazioni il 34% ne ha avuta dalla tv, il 10% su Internet riferendo che è il loro canale più usato, il 7% sui social network e il 3% su siti web. I manifesti sono stati notati dal 19% dei ragazzi con il 90% di loro, con soddisfazione degli avisini, che ha definito importante l’informazione dell’Avis nelle scuole. In merito alle campagne promozionali e informative sulla donazione per il 37% degli studenti il messaggio dovrebbe essere «un giorno potresti averne bisogno anche tu» mentre per il 34% si deve puntare sul «gesto di solidarietà». 

A conclusione della mattinata l’intervento del Presidente Provinciale dell’Avis, Dario Bresciani, che ha ringraziato «studenti e avisini per l’utile strumento di informazione e conoscenza reciproca che avete realizzato. Infatti oggi, in una società sempre più egoistica e alienata è più difficile coltivare il volontariato e, per questo, è fondamentale il coinvolgimento dei giovani. La necessità di sangue non cessa mai e c’è un calo nella donazione che serve poi anche al donatore per il controllo della sua stessa salute». Infine la consegna dell’assegno.

Giancarlo Fabbri

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