Nuovi stalli per cambiare la città, appena superata l’intersezione con via Altabella, sulla destra dopo palazzo Tubertini, da diversi mesi liberato dal cantiere edile che l’ha nascosto alla vista per quasi quattro anni, ci si può fermare e portare lo sguardo a terra.
La novità si presenta in modo chiaro e senza bisogno di spiegazioni, dal momento che al posto degli stalli a strisce blu per il parcheggio auto, ne sono stati installati tre, a strisce bianche per i ciclomotori: ovvero al posto di tre auto l’assessorato alla mobilità ha preferito riservare il parcheggio a tre motocicli. La questione sollevata dai commercianti e dagli inquilini del palazzo prospicente, si prolungava da circa cinque anni, ed è stata risolta alcuni mesi fa: in quel punto la strada è stretta e priva di marciapiede e quindi senza il relativo gradino di separazione; spesso gli automobilisti parcheggiavano oltre la striscia blu più vicina ai palazzi rendendo difficoltoso il transito dei pedoni ed impossibile quello di carrozzine a mano per disabili e al carico/scarico merci dei negozi frontalieri.
A parte il tempo trascorso per tale decisione, non si può che essere in accordo con questa decisione: ora il passaggio pedonale è più agevole e finalmente dalla strada si possono vedere le vetrine degli esercizi commerciali prima coperti dalle auto in sosta. Per i tre parcheggi auto eliminati, l’assessorato ha già disposto la possibilità di costruire, poco distante, un parcheggio automatico interrato di capienza superiore. Salva la sostanza, a noi interessa parlare della forma: infatti invitiamo i curiosi dell’inizio di questo articolo a considerare il disegno degli stalli che fino ad oggi non era mai stato utilizzato in città. Si tratta di rettangoli la cui area soddisfa il parcheggio di un motociclo, ma non sono disposti né perpendicolarmente né a pettine, ma paralleli alla strada e soprattutto distanziati tra loro per la comodità di chi parcheggia e anche dei passanti.
Infine, vista l’originalità di questa soluzione, si potrebbe anche dare, in via eccezionale, un nome ad ognuno di questi stalli; quindi, in memoria del nostro passato, dei nostri bisnonni e trisavoli e delle loro famiglie numerose, i cui figli a volte venivano battezzati in ordine di nascita, Primo, Secondo e così di seguito, noi proponiamo di comportarci nello stesso modo. A questo proposito bisognerebbe interrogare l’operatore che li ha disegnati per conoscere l’ordine cronologico della loro installazione, ma facciamo attenzione a non chiamare Ultimo, l’ultimo disegnato, perché l’assessore alla mobilità potrebbe decidere di installarne altri.
Lo spazio c’è!
Olwer Stagni
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