Universo Futurista, presso la Fondazione Cirulli

Arte
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Fino al 18 novembre negli spazi di Dino Gavina a San Lazzaro di Savena (BO).

Visitando questa mostra la sensazione è che grafici e designer contemporanei non si siano inventati nulla di nuovo. Colpisce l’attualità di alcuni degli oltre duecento pezzi esposti nella mostra “Universo Futurista” inaugurata sabato scorso 21 aprile nella neonata sede della Fondazione Cirulli a San Lazzaro.

La location per i bolognesi è arcinota: si tratta dell’edificio di via Emilia 275 progettato nel 1960 da Achille e Pier Giacomo Castiglioni che ha ospitato fino a qualche anno fa SimonGavina, l’atelier creativo di Dino Gavina e Maria Simoncini dove nel secolo scorso sono passate personalità quali Carlo Scarpa, Man Ray, Marcel Duchamp e Lucio Fontana.

Ora lo spazio, fedelmente restaurato, diventa un’altra tessera del variegato puzzle artistico e culturale bolognese grazie all'impegno dei collezionisti Massimo e Sonia Cirulli che scelgono di cominciare quest’avventura partendo dall'Estetica Futurista. Nata a New York nel 1984, la Fondazione ora vanta una collezione di alcune migliaia di pezzi che raccontano la cultura materiale del Novecento italiano.

Tutto è partito dall'interesse di Cirulli nei confronti del Made in Italy e da quei capolavori di grafica commerciale che hanno oggi un grande valore artistico. Ed è tutto chiaro visitando l’allestimento su tre piani della mostra “Universo Futurista” curata da Silvia Evangelisti e Jeffrey T. Schnapp: i due studiosi hanno selezionato opere del periodo compreso tra il 1909 e il 1939 di Depero, Boccioni, Balla, Marinetti, Munari, Prampolini, Sironi, solo per fare qualche nome.

Universo Futurista Allestimento

Foto: una delle sale della mostra 

«Non si tratta di un racconto lineare ma di una serie di occasioni di esplorazione per il visitatore» spiega Schnapp «si nota un forte legame tra arte e industria, un connubio che alimenta tutta la Collezione Cirulli». Il percorso espositivo diviso tra varie ambientazioni passa in rassegna i vari temi cari ai futuristi come il volo, la velocità, il progresso, l’uomo e la macchina sviluppandosi in cinque unità strutturali: la sala della conquista dell’aria. 

Il muro dei manifesti come forma fondamentale per la strategia politico-culturale del movimento, le “costellazioni” (8 unità tematiche che indagano vari aspetti come la riproducibilità tecnica, le rivoluzioni tipografiche e le compenetrazioni tra tecniche), le “orbite” (6 aree monografiche dedicate a figure rilevanti del periodo) e gli “spazi” (2 installazioni costruite intorno agli arredi come il salotto progettato nel 1930 da Tato per Italo Balbo).

Grande successo, a giudicare le prime foto che girano sui social network, i manifesti pubblicitari di amari come Cora o Cinzano, auto come la Fiat e prodotti per calzature come Ebano, con una grafica, tra l’altro, rimasta invariato nel tempo. “Universo Futurista” andrà avanti fino al 18 novembre con apertura nei weekend.

La Fondazione Cirulli attingendo dal suo vasto patrimonio dovrebbe organizzare, da programma, un paio di mostre l’anno. Ci saranno altre occasioni quindi di mostrare il talento di artisti e designer secolo scorso che hanno reso popolare in tutto il mondo la creatività italiana. 

Universo Futurista: venerdì dalle 15:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 11:00 alle 20:00. Ingresso: 10-8 euro. Info: fondazionecirulli.org

Giorgia Olivieri

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