“Bandiera bianca”: un inno al socialismo ottocentesco

Arte
Tipografia

Restaurato il dipinto di Giovanni Masotti che illustra gli scontri di piazza del 1890 durante la Festa del 1º Maggio.

Chi ricorda il pittore bolognese Giovanni Masotti (Bologna 1873 – Torino 1915)? Probabilmente nessuno, al di fuori dei pochi conoscitori della pittura bolognese di fine Ottocento e inizi del Novecento. È un peccato che molti autori di dipinti figurativi deliziosi siano caduti nel dimenticatoio. Oggi per fortuna si è voluto ricordare e omaggiare un dipinto del pittore felsineo, attraverso il suo restauro. Si tratta di "Bandiera bianca" olio su tela, probabile datazione del 1900.

È un’opera dal fresco dinamismo, in cui attraverso un’abile messinscena dal tono verista e melodrammatico, viene narrato un episodio della cronaca bolognese del 1890, che ora è possibile rivivere ammirando meglio i giochi di luce che rendono i colori guizzanti e danno intensità al dramma rappresentato.

In quell’anno i circoli socialisti cittadini organizzano per la prima volta la celebrazione della Festa del 1º Maggio, con la finalità di chiedere il miglioramento delle condizioni di vita delle classi deboli e ottenere la riduzione delle ore di lavoro. Nonostante il divieto della manifestazione e l’occupazione del centro cittadino da parte di compagnie di soldati in assetto di guerra, nel pomeriggio migliaia di persone fra operai e contadini occupano le vie e si muovono in corteo verso piazza Vittorio Emanuele II, l’attuale piazza Maggiore. Qui i manifestanti vengono caricati dai militari, la cavalleria travolge e ferisce diverse persone, vengono operati alcuni arresti.

Nel dipinto di Masotti un gruppo di militari avanza minaccioso su una folla inerme; in primo piano una donna riversa per terra viene soccorsa da un manifestante, mentre un altro solleva tra le braccia una bambina dall’abito bianco (è questa la bandiera bianca del titolo) e la mostra ai soldati per intenerirli e indurli a cessare ogni violenza.

Il pittore utilizza donna e bambina come immagini potenti di un’umanità fragile, in contrapposizione alla brutalità del potere, per muovere a compassione lo spettatore e perorare la causa degli ultimi e dei reietti in una società con forti squilibri e disparità di classe.

Ugo De Santis

Condividi

Submit to FacebookSubmit to Twitteristagram logo
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS