Interrogarsi sull’Uomo tra maschere e identità profonda

Cultura
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Il Festival Filosofia 2019 compie una ricerca sulla "persona".

A Modena torna il festival che dal 2001 raduna filosofi provenienti da ogni parte del mondo, i quali attraverso lezioni magistrali, per alcuni giorni si cimentano su un tema prestabilito. Diversi temi “alti” quelli trattati nel corso degli anni, solo per citarne alcuni: la felicità, la bellezza nei primi due anni di vita del festival, per passare al sapere, alla fantasia, addirittura all’amare (questo sconosciuto, aimè), fino ad arrivare l’anno scorso alle verità. Tutte tematiche sfuggenti e impegnative su cui l’umanità s’interroga da millenni, senza riuscire (purtroppo o per fortuna) a dire la parola definitiva e su cui è comunque importante porsi interrogativi.

La dissertazione di quest’anno riguarda la "persona". Tale parola proviene dal latino e nel suo significato originario significa maschera. Era cioè la maschera dell’attore e per estensione, il personaggio che questi interpretava sulla scena. Ma oggi ogni persona porta una maschera? È addirittura costretto, in qualche modo, dalla società a essere solo una maschera? Per il grande psicoanalista Carl Gustav Jung tale maschera è una componente della personalità umana che cela la struttura profonda dell’essere e definisce il ruolo dell’individuo nella società.

E ancora: la persona, l’io è solo un insieme di “fasci di percezioni” interiori come sosteneva David Hume o ha una sua dignità e consapevolezza concreta come asserisce il pensiero kantiano? Ma soprattutto: quanto è fragile la persona, nel complesso e tumultuoso panorama sociale, politico, economico di oggi? È un oggetto – soggetto delicatissimo da “maneggiare con cura”? tante le domande che accompagneranno questa tre giorni modenese.

Il 10 luglio una conferenza stampa presenterà il programma del festival, che si svolgerà dal 13 al 15 settembre a Modena, Carpi, Sassuolo.

Ugo De Santis

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