Il robot Nao da gioco a strumento per la didattica.
Si chiama Nao il piccolo robot che fa parte del progetto: “vivo scuola”, avviato da due anni dall'Associazione AIAS Bologna Onlus, che applica la robotica per rendere più inclusivo l’insegnamento. Il progetto, è stato presentato alla Conferenza sulle 'tecnologie assistive' tenutosi a fine estate e al quale hanno partecipato in molti.
Nao è alto 50 centimetri, di colare banco, occhi che si illuminano e mani con tre dita. Attraverso un sistema di casse incorporate, che fungono da orecchie sente suoni, se lo chiami risponde a tono dicendo «Io sono Nao, come posso aiutarti?» La nuova tecnologia al servizio dell’educazione e dell’inclusione riscuote molto successo sottolineano i ricercatori intervenuti alla quindicesima edizione dell’evento europeo.
Immagine: disegno di robottini
La sperimentazione coinvolge gli alunni di cinque classi di due scuole bolognesi. Il protagonista assoluto è l’umanoide, che attira l’attenzione di tutti i bambini e li coinvolge in giochi creati dai ricercatori. Insegnate, nelle ore di lezione, guida le funzioni di Nao da remoto con un’apposita App. Il “compagno metallico”, adeguatamente formato, aiuta nell'apprendimento delle materie scolastiche.
Al convegno è stato presentato Roise, un piccolo robot ideato per bambini dai 2 ai 10 anni. Il robottino mobile di forma cubica si muove su due ruote è in grado di muoversi da solo seguendo dei segni che, posti uno di seguito l’altro, vanno a formare un codice. Con Roise il bambino è stimolato a costruire codici che funzionino correttamente, per mandarlo nella direzione scelta. I robot, da semplici giochi diventano veri e propri strumenti di inclusione per bambini con problemi d’apprendimento e autistici.
Chiara Garavini
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