Ode alla cassiera anonima

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Contatti umani al tempo del virus.

Tutti in casa, ma è giusto così. Il virus è una cosa seria e si deve stare rinchiusi, se non si appartiene a quelle categorie lavorative, che tengono in piedi i servizi essenziali della nostra società: rifornimenti alimentari, prestazioni sanitarie urgenti, attività d'ordine pubblico...

Andiamo a fare un po' di spesa, per prendere qualcosa da mangiare e muovere un minimo le gambe, ma scopriamo uno spettacolo inedito: lunghe file di persone distanziate per non infettarsi, fuori dal supermercato. Eccoci dentro, finalmente, a prendere la merce tra gli scaffali, sempre rimanendo a distanza... no, non t'avvicinare, ho paura! Niente di personale ma ho paura...

Ecco la cassa, facciamo presto per uscire il prima possibile. Dietro uno spesso foglio di plastica trasparente, compare il volto o per meglio dire gli occhi e la fronte di una cassiera, celata da una mascherina protettiva.

- Ciao...

- Ciao...

- Hai la carta del supermercato?

- No...

Vorrei dire qualcosa a questa creatura di cui nulla so e di cui non posso scorgere neanche i lineamenti, inconsapevole e umile creatura, preziosa nello svolgimento del suo servizio. Ma taccio, mentre sento crescere in me una simpatia e un affetto che mi sorprende. E le attribuisco, nella mia immaginazione, un viso bellissimo. Pago e prendo il resto.

- Ciao...

- Ciao...

Esco fuori. Arrivederci Sorella. Che il cammino ti sia lieve...

Ugo De Santis

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