Urbanizzazione tossica o salubre?

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In Emilia-Romagna, tutti gli abitanti sono proprietari di almeno un veicolo di trasporto che funziona a benzina.

Poi calcoliamo gli imprenditori proprietari di macchine operatrici, non per ultimo i trasporti pubblici che usano “veicoli a gas naturale, veicoli ibridi e veicoli a trazione elettrica, mentre per i veicoli extraurbani i motori diesel rispettano tutte le più recenti norme europee per la riduzione delle emissioni” questo secondo fonte Tper.

Quindi se solo certi modelli di autobus usano motori a propulsione alimentati da gas naturale e trazione elettrica, perché non abbandonare del tutto il petrolio e investire nella produzione di carburante ottenuto da biomassa?

In Emilia-Romagna, la zona delle Terre d’Acqua è piena di attività agricole, viticolture, fattorie, quindi anche per dare una chance lavorativa a chi ora è disoccupato o deve essere reinserito nel mondo lavorativo, sarebbe positivo fare investimenti per diventare produttori e fornitori di prodotti ottenuti da biomassa.

Biomasse solide, di origine vegetale o provenienti dai rifiuti solidi (la cosiddetta “frazione secca”)

Biomasse liquide, ovvero gli oli o il risultato della “spremitura” delle colture oleaginose

Biomasse gassose, originate dalla trasformazione dei liquami o dalla digestione di colture ad hoc.

Compostaggio Rifiuti Alimentari

Foto: compostaggio dei rifiuti alimentari 

Biomasse solide di origine vegetale: escludendo il settore dei rifiuti, sono rilevanti l’insieme dei prodotti ottenuti dal taglio e dalla manutenzione dei boschi; gli scarti derivanti dalla lavorazione del legno; la potatura del verde urbano e le cosiddette “agro energie”, ovvero quella biomassa coltivata specificamente per fini energetici (SRF, Short Rotation Forestry).

Il processo tipicamente adottato, nel caso delle biomasse solide, si articola in un combustore, una caldaia che converte il contenuto energetico dei fumi in vapore, un turboalternatore che genera energia elettrica e una linea per la purificazione dei fumi. 

Biomasse liquide o oli vegetali: dalla spremitura e successiva raffinazione di semi oleosi o altre parti di particolari piante è possibile ricavare gli oli vegetali. Questi si possono distinguere in base al loro utilizzo in due categorie: quelli destinati sia ad applicazioni alimentari che energetiche e quelli destinati solo ad applicazioni energetiche. Tra i primi ricordiamo quelli provenienti da Colza, Girasole, Palma; tra i secondi quelli ottenuti dalla Jatropha Curcas.

L’impianto per la generazione di energia da oli vegetali è essenzialmente costituito da un motore alternativo accoppiato a un alternatore e da un circuito di recupero del calore

Biomasse gassose: oltre ai vegetali coltivati, anche i rifiuti vegetali possono essere sottoposti a digestione o fermentazione anaerobica (cioè in assenza di ossigeno). La biomassa viene chiusa in un "digestore" nel quale si sviluppano microorganismi che con la fermentazione dei rifiuti formano il cosiddetto biogas. Dopo trattamento depurativo, questo può essere utilizzato come combustibile per la produzione di energia elettrica.

Quindi cari lettori prima di acquistare un veicolo a benzina pensiamo alla nostra salute, perché l’uomo, per vivere, deve respirare aria, non smog al 95% e aria al 5%.

David Bragaglia

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