Fenomeno molto presente sia nel movimento amatoriale che nel dilettantistico.
Quante volte si legge sulle pagine dei giornali oppure nei notiziari televisivi, di sportivi che ricevono imprecazioni e insulti perché considerati diversi sotto tutti i punti di vista, in questo caso si parla di bodyshaming, oppure perché omosessuali o peggio di etnia diversa o perché professano un’altra fede.
Questo succede in tutti i campi e lo sport non ne è esentato. E per contrastare questa situazione, nel 2020, è nato il protocollo contro la discriminazione in ambito sportivo, promosso da: UISP, UNAR e LUNARIA. Il protocollo ha lo scopo, oltre a quello di raccogliere tutte le denunce che i malcapitati invieranno a queste strutture, anche quello di formare.
Immagine: logo dell'iniziativa
La formazione di un ragazzo, pone le sue basi su tre diversi aspetti: famiglia, scuola, sport quindi sradicare, fin dalle basi, ogni tipo di azione discriminatoria, è fondamentale per la formazione del carattere di un individuo.
A fronte di questa lodevole iniziativa, si sono mosse federazioni sportive tra le quali anche la Lega di Serie A, che produrrà, attraverso un proprio staff con l’intento di fare da monitoraggio e raccogliere resoconti dettagliati sulle violenze verbali e non, a scopo discriminatorio in tutto l’ambiente sportivo.
Valter D’Angelillo
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