Lorenzo de’ Medici, un uomo illuminato

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Protagonista, addirittura di una fiction, cerchiamo di capire chi fu realmente e perché viene ricordato ancora oggi.

Nato a Firenze nel 1449, città di cui fu Signore dal 1469 alla morte, è stato uno dei più importanti uomini politici del Rinascimento ma fu anche scrittore, mecenate e poeta, avido di conoscenza riuscì a mantenere un perfetto equilibrio nell'allora Penisola Italica. Il suo soprannome "Il Magnifico" si rifà proprio al fatto di aver reso grande l’Italia, di aver promosso le arti, i saperi e di aver permesso a tanti artisti ancora sconosciuti di fiorire.

In politica venne definito “l’ago della bussola italiana” per la sua immensa capacità diplomatica, riconosciuta da tutti i Signori dei vari regni italiani con i quali contribuì a mantenere un clima di pace generale per poter realizzare quello che era il sogno di suo nonno Cosimo e cioè la creazione di una Lega Italica. In un’epoca caratterizzata da guerre e conflitti interni, lui rappresentò un miracolo, un uomo in grado di mettere tutti d’accordo.

Ben presto questa sua abilità varcò i confini italiani tanto da farlo diventare consigliere di sovrani come l’Imperatore Federico III d’Austria, il Re d’Ungheria, Mattia Corvino e di tanti altri. Oltre alle sue indubbie capacità politiche ciò che si ricorda fu il suo contributo alla cultura tanto da essere considerato l’incarnazione stessa del Rinascimento; era curioso verso ogni ramo dello scibile umano e la sua corte era piena di letterati di ogni genere.

Daniel Sharman Interpreta Lorenzo Il Magnifico

Foto: Daniel Sharman attore della fiction © www.optimaitalia.com

Tra gli artisti presenti alla sua corte ricordiamo Antonio del Pollaiolo, Filippino Lippi, il suo favorito ovvero Sandro Botticelli ma anche scultori come Andrea del Verrocchio e architetti, ricordiamo Giuliano da Sangallo. Lorenzo si preoccupò anche di creare un’Accademia d’Arte nella quale si sarebbero potute formare le future generazioni di artisti fiorentini e che venne chiamata “Giardino di San Marco”.

Tra i giovani che appartenevano a questo gruppo c’erano nomi come Donatello, Bertoldo di Giovanni e un giovanissimo Michelangelo che suscitò subito l’ammirazione del Magnifico. Questo amore per tutte le forme di conoscenza lo portò a diventare lui stesso poeta e scrittore e infatti compose alcune opere i cui versi ancora oggi a volte recitiamo.

Fu un uomo pieno di interessi, curioso, ma soprattutto fu un uomo di pace che fece capire con l’esempio concreto, come la diplomazia fosse l’arma migliore in politica e come l’arricchimento personale, la conoscenza, il fatto di imparare cose nuove fosse il più alto traguardo per gli uomini.

Valentina Trebbi

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