All’interno del giardino del monastero di San Pietro Martire, situato in via Orfeo.
È notizia recente il ritrovamento dell’antico cimitero ebraico Medievale di Bologna, con oltre 400 tombe, tutte corredate di ornamenti personali e corredi. Il luogo di sepoltura è stato rinvenuto nelle pertinenze di un giardino interno di proprietà del monastero. Le tombe sono venute alla luce nel corso di uno scavo archeologico che ebbe inizio nel 2012, ed il ritrovamento è stato possibile solo grazie ai lavori di costruzione di un complesso residenziale.
Questo, rinvenuto, sarebbe il più grande cimitero ebraico d’Italia. Il cimitero, fu distrutto per una bolla papale che ne autorizzò la distruzione nel 1569 e da allora se ne persero le tracce, ma era presente solo grazie alla conoscenza condivisa oralmente, il sito veniva chiamato l'Orto degli Ebrei. Nelle tombe di uomini, donne e bambini, sono stati ritrovati ornamenti e oggetti di valore, fatti di ambra, pietre preziose, oro argento e bronzo.
Secondo gli antichi archivi storici si evince che, verso la fine del 1300 inizi del 1400, questa area fu acquistata dalla famiglia ebrea “da Orvieto” per essere in seguito lasciata ad uso cimiteriale alle famiglie ebree bolognesi fino al 1569. Qui, ben due bolle papali, che condannavano le persone di religione ebraica, decretarono che tutti dovessero abbandonare lo Stato Pontificio e non lasciare traccia storica di dove avessero vissuto. Dopodiché, verso la fine di novembre del 1569 Papa Pio V donò l’area cimiteriale alle suore della vicina chiesa di San Pietro Martire.
Foto: scavi del cmitero ebraico © www.magazine.unibo.it
Ora si cercherà di ricomporre tutte le circostanze storiche della vicenda, grazie all’Università di Bologna, alla Soprintendenza Archeologica, nonché alla collaborazione della Comunità Ebraica di Bologna e di vari ricercatori, il tutto con il supporto del Comune di Bologna, per favorire un piano di recupero del sito cimiteriale per valorizzarne il patrimonio culturale e storico dell’intera Comunità Ebraica di Bologna.
Come era da aspettarsi comunque varie tombe sono state profanate e molte sono senza lapidi sulle quali era indicato il nome, si presume essere state asportate per rivenderle o essere riutilizzate per altri scopi. Fortunatamente sono rimaste ai posteri 4 lapidi molto belle che verranno esposte al Museo Civico Medioevale di Bologna.
Valter D’Angelillo
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