Il Gruppo ha riconosciuto ai figli di dipendenti un riconoscimento per chi si è impegnato.
Camst Group ha di recente gratificato i neolaureati figli di dipendenti che hanno avuto i migliori risultati con 1.000 euro a ognuno. Se a Bologna i ragazzi sono sei, in tutta Italia sono 34. I nomi dei bolognesi sono: Jenny Aliaj, Andrea Cornicello, Veronika Folin, Andreanna Muto, Enrico Nadalini e Samuele Venezia.
Camst Group azienda leader nel settore della Ristorazione e dei Facility Services anche nel 2024 coglie l’occasione di sostenere i giovani e aiutarli a scegliere il loro prossimo futuro. Chi affronterà un viaggio che magari gli offrirà la possibilità di studiare in lingua, chi acquisterà i libri per il primo anno di università, chi acquisterà un binocolo o una macchina fotografica... insomma è improbabile che qualcuno di loro li consumi per oggetti futili. O forse solo una piccola parte, magari per ri-festeggiare con gli amici o il fidanzato/a.
Foto: i laureati Samuele Venezia, Andreana Muto e Veronika Folin
Francesco Malaguti, Presidente del Camst Group, esprime il proprio entusiasmo per l’iniziativa, dato che il premio fa solidamente parte dei loro programmi Welfare aziendali, tramite cui essi puntano a rendere migliore la qualità della vita dei lavoratori del loro ambito e delle loro famiglie. Malaguti si dice convinto che il potenziamento dei giovani talenti sia utile «per lo sviluppo sostenibile e il progresso della loro comunità».
Questo riconoscimento fa parte dei molteplici servizi di Welfare caratteristici del modello di impresa sostenibile, che passando al tipo di società benefit la qualificherà. Non sono trascurabili le c.d. attività di sostegno a favore dei dipendenti: visite mediche di prevenzione erogate in modo gratuito, bonus per famiglie con i figli universitari, convenzioni per acquisti, servizi di people care, iniziative di sostegno al reddito e ai servizi di orientamento per pratiche amministrative.
I premi sono stati consegnati nel corso dell’Assemblea territoriale nel periodo tra il 30 maggio e il 15 giugno scorso.
Silvia Saronne
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