Orgoglio Italia

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Due sport, diversi verdetti, grande onore al nostro Paese.

A poco più di dieci giorni dalle sfide di Wembley e Winbledon ricordiamo le vittorie dei nostri campioni a Londra.

Londra, domenica 11 luglio 2021, si sono svolte due finali, in cui sul rettangolo di gioco erano presenti atleti italiani, due gare con esito diverso ma con importanti lezioni da donare, la prima lezione l’ha donata il nostro Matteo Berrettini sul campo di Wimbledon dove seppur battuto da un Djokovic stratosferico, ha gioito comunque per l’impresa fatta, dimostrando al popolo londinese di saper perdere con onore e rendere omaggio all’avversario.

La seconda, ben più importante per i nostri colori, in quanto la Nazionale italiana di calcio batte nettamente la Nazionale inglese, che non ha onorato la cerimonia della premiazione, buttando a terra la medaglia d’onore e lasciando che l’Italia festeggiasse in uno stadio quasi deserto in quanto, tutto il pubblico inglese si era defilato. Con questo gesto, i leoni inglesi, dimostrano di non saper accettare la sconfitta.

Europei 2020 Logo

Immagine: logo ufficiale degli Europei 2020

Ma veniamo alle imprese dell’Italia.

Ore 15:00: due giocatori, un serbo Djokovic e un italiano Berrettini, si sfidano nel torneo di tennis più antico al mondo, per contendersi l’ambito trofeo, il primo per entrare nella storia del tennis mondiale, il secondo già nella storia del tennis nostrano, in quanto è il primo italiano a disputare una finale sul manto erboso del tennis court di Wimbledon. L’italiano si aggiudica il primo set, battendo il suo avversario al tie-break per 7-6. A questo punto dell’incontro Djokovic prende il sopravvento e comincia lo show e per il volenteroso italiano, non c’è stato nulla da fare, nonostante abbia giocato un ottimo incontro. Djokovic si sbarazza del nostro atleta con il risultato di 6-4 6-4 6-3, raggiungendo così quota 20 vittorie al pari di Federer e Nadal.

Matteo Berrettini

Foto: tennista Matteo Berrettini

Ore 21:00, due Nazionali, quella inglese e quella italiana, tantissima tensione, in campo, specie tra le fila italiane in quanto in una manifestazione come quella continentale, l’Italia ha sempre avuto un rapporto molto controverso, infatti se da un lato vantiamo un importante palmares di vittorie nei tornei mondiali, quando partecipa all’europeo, l’Italia, non ha mai raccolto grandi soddisfazioni, tra qualifiche non avvenute, finali perse ai rigori e biscottini vari, come accadde nel 1992 gara tra Svezia e Danimarca. Inizialmente tutto lasciava presagire, ad una nuova debacle, come era accaduto in precedenza, ma questi ragazzi, hanno smentito tutti, mettendoci sacrificio, cuore e passione.

Un duro lavoro iniziato subito dopo l’eliminazione dalla fase a gironi dei Mondiali dove non ci siamo nemmeno qualificati. Quello è stato l’inizio del cammino che ha portato l’Italia sul tetto d’Europa. Comunque l’inizio della partita per la Nazionale è da shock, non passano nemmeno due giri di lancette che l’Italia già incassa un gol e tra i tifosi si riaffaccia lo spettro di una nuova sconfitta. Un primo tempo passato in sordina a contenere le sfuriate degli inglesi. Negli spogliatori, il Mr. Mancini, striglia i suoi e il secondo tempo si vede un altro match, dove l’Italia prima pareggia, poi mette sotto torchio gli inglesi. Non bastano nemmeno i tempi supplementari a sbloccare la situazione di pareggio, si va ai calci di rigore.

CT Roberto Mancini

Foto: Roberto Mancini CT Nazionale

Anche qui situazione da infarto, dove è l’Italia a sbagliare per prima, gli inglesi credono e avevano puntato tutto sui calci di rigore, ma questa arma gli si è rivoltata contro, in quanto il nostro portierone Gianluigi "Gigio" Donnarumma, prima ipnotizza il suo avversario di turno inducendolo all’errore, poi i successivi due rigori li neutralizza con parate spettacolari, infine se ne va tranquillo per la sua strada non comprendendo che aveva completato il miracolo Italiano. Un miracolo fatto di pandemie, cadute, di riprese, di aver dimostrato al mondo intero, ma soprattutto a chi ci denigrava, che l’Italia non muore mai.

Valter D’angelillo

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