Donne africane davanti e dietro l’obiettivo

© Photo by Nicky Woo

Arte
Tipografia

Fino al 31 marzo a Bologna la mostra Black Magic Women.

Contro tutto il cianciare che si fa del continente africano, una piccola mostra a Bologna tenta di sfatare pregiudizi e certezze occidentali. Il linguaggio usato è la fotografia ma ciò che conta in "Black Magic Women" non è solo l’immagine ma anche chi ha materialmente premuto il pulsante della macchina.

Giulio Rimondi, fotografo bolognese qui alla sua prima esperienza curatoriale, ha selezionato i lavori di sei fotografe ora in mostra alla Fondazione Pio Istituto Sordomute Povere in via della Braina 11. Una ricerca svolta seguendo hashtag e rimandi su Instagram e sul web, dove emerge un mondo, quello della fotografia emergente africana, molto ricco e in parte inesplorato.

L’esposizione rientra in un progetto più ampio che andrà avanti per tutto il 2019: si tratta di "Vivere insieme in pari dignità", un’azione culturale promossa dal gruppo di volontari Bambini nel deserto onlus-ong in collaborazione con Amref Italia e una rete di associazioni, imprese e singole persone. In quest’ottica, una grande attenzione è riservata alle donne sulle cui spalle grava il peso della difficile condizione della popolazione del continente.

02 Jenevieve Aken

© Ph Jenevieve Aken

In questa mostra in particolare, abbiamo l’occasione di vedere la forza e la determinazione della popolazione femminile, dietro e davanti l’obiettivo. Al piano terra, nella suggestiva limonaia che affaccia sugli Orti di via Orfeo, sono esposte le fotografie di Lubee Abubakar. Il paese di questa giovane artista è la Nigeria: le donne sono al centro della sua ricerca ma per contrastare ogni forma di sfruttamento del corpo femminile, c’è la proposta di un’idea di bellezza che supera i canoni imposti dal mercato.

Nelle sale del piano superiore, dove fino a un paio di decenni fa era ospitate le aule didattiche dell’istituto, trovano spazio i lavori delle altre cinque fotografe. Jenevieve Aken, come la sua collega, viene dalla Nigeria. Qui possiamo vedere la serie Monankim, una carrellata di immagini che raccontano il rituale Bakor a cui sono sottoposte le ragazze: le immagini testimoniano con molta delicatezza questo passaggio tra la fanciullezza e l’età adulta che passa dalla mutilazione genitale. Non meno intensi gli scatti di Nicky Woo.

La fotografa di origini miste che vive tra NY e l’Africa Orientale cattura la quotidianità di un postribolo di Zanzibar dove le donne di una piccola comunità cristiana sono costrette a prostituirsi: il crescente turismo sessuale dell’isola ha determinato la migrazione delle ragazze dalle campagne della Tanzania costrette a offrire il loro corpo a clienti occidentali, costrette in luoghi dalle assai precarie condizioni igienico-sanitarie.

04 Francesca Tosarelli

© Ph Francesca Tosarelli

Maheder Haileselassie è etiope di Addis Abeba. È molto attiva nel suo paese dove ha fondato il Centro per la Fotografia Etiope ovvero una piattaforma di scambio e confronto per fotografi affermati ed emergenti. Il suo approccio documentaristico è qui visibile nella selezione di immagini scattate nella capitale durante la manifestazione del maggio del 2015 a seguito del massacro da parte dell'Isis di 29 cittadini etiopi cristiani.

Dopo una lunga permanenza negli Stati Uniti, Jessica Sarkodie è tornata ad Accra dove ha cominciato il progetto #GhanaDearest sulla vita quotidiana del Ghana. Qui le protagoniste sono le Motordames, donne in sella al proprio motorino in una delle province più povere e conservatrici del suo paese. Un gesto semplice altrove che qui assume un significato speciale: le due ruote servono per ritagliarsi uno spazio ben definito in una società retrograda e patriarcale.

L’unica italiana selezionata da Rimondi per questo progetto è Francesca Tosarelli, fotogiornalista impegnata in tematiche di genere e luoghi di conflitto. Con il progetto Ms Kalashnikov, ci presenta il ruolo della donna in alcune zone del Congo funestate da una guerra ventennale. Al di là di ogni stereotipo, in tuta mimetica e fucile sottobraccio. 

Fino al 31 marzo (ingresso gratuito). La mostra è aperta solo nel fine settimana. Orari: venerdì dalle 16:00 alle 19:00, sabato e domenica dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 19:00. Una selezione di scatti è visibile anche nella sede dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, viale Aldo Moro 52. Orari: dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 17:30. 

Giorgia Olivieri

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