L’Associazione dei famigliari delle vittime di Ustica ha raccontato in un libro la sua storia.
È una sera d’estate, come tante altre quella del 27 giugno 1980, all'aeroporto di Bologna Borgo Panigale (oggi Marconi), tutto procede come al solito, tanta gente in procinto andare a casa, chi in vacanza. Ma quella sera c’è qualcosa di strano nei cieli e nelle acque territoriali italiane.
Un piccolo aereo della compagnia Itavia, con a bordo 77 persone più 4 di equipaggio, dopo circa 2 ore di ritardo, alle ore 20:08 si accinge a partire da Bologna con destinazione Palermo Punta Raisi, alle ore 20:59:43’ l’aereo sparisce dai tracciati radar di mezza Italia, inabissandosi nel mar Tirreno, tra l’isola di Ponza e l’isola di Ustica.
È il più grande disastro aereo italiano dal dopoguerra, che verrà ricordato negli annali come "Strage di Ustica" e solo a distanza di decenni la Corte d’Appello di Palermo, attraverso una sentenza, ha decretato che il DC 9 Itavia è stato abbattuto da un missile, scartando così tutte le altre varie ipotesi e il rimpallarsi di responsabilità.
Foto: pagina interna del libro su Ustica
Nell'ambito di questa ricorrenza, il giorno 17 giungo ha avuto luogo una conferenza per presentare il libro: "1988-2018. La verità ha un prezzo che vogliamo pagare", nella quale erano presenti, oltre che i referenti dell'Associazione dedicata alle vittime, anche cariche istituzionali e del clero dell’epoca.
Il libro tratta la storia dell’Associazione, che ha lottato per oltre 30 anni, per far venire a galla tutta la verità, entrando in un labirinto di documenti secretati, tra muri di gomma e depistaggi. Un libro che è valorizzato con testi del Direttore dell’Istituto Parri di Bologna: Luca Alessandrini e del Prof. dell’Università di Torino Giovanni De Luna.
Valter D'Angelillo
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