In estate parte il progetto nei Distretti di Bologna.
Nel nostro Paese, sono molti i giovani ed i giovanissimi tra i 15 e i 24 anni che si prendono cura dei loro famigliari in difficoltà. In Emilia-Romagna, si stima un numero pari a 5.300; solo a Bologna i giovani caregiver sono 2.120, anche se si ipotizza un numero più elevato non dichiarato soprattutto dopo la pandemia.
Nelle famiglie, dove sono presenti persone con malattia cronica, disabilità fisica o mentale o con altre patologie, figli e nipoti svolgono attività di assistenza per lunghi periodi, trascurando gli impegni scolastici e sociali. Il ragazzo, responsabile delle cure parentali, consciamente o inconsciamente si è assunto un compito complesso e delicato. La complessità del lavoro porta il giovane a chiedere aiuto per eseguire al meglio le operazioni.
In relazione a quanto è emerso, diventa fondamentale gestire queste situazioni in cui parte della popolazione giovanile si trova coinvolta. Con questo proposito, nasce il progetto "Giovani Caregiver", sostenuto dalla Città Metropolitana e dalla CTSSM (Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria Metropolitana) di Bologna, con la partecipazione dei sei Distretti AUSL. Di questa iniziativa si è parlato ad un convegno a maggio.
Immagine: Progetto Giovani Caregiver (Lorenzo Pierfelice)
Alla conferenza, Saul Baker, esperto dell’argomento a livello Internazionale, dell’Università di Sussex, studiosi e autorità bolognesi ha illustrato punti salienti della questione. Gli attori coinvolti Scuola, AUSL, Uffici Piano, nella giornata di presentazione, hanno condiviso racconti di esperienze di assistenza con i giovani, da ciò si è deciso che, il progetto in via di attuazione, si deve rivolgere a ragazzi e ragazze con più bisogno di una rete di sostegno.
Con la professionalità, l'attività educativa e l’impegno scolastico, il lavoro in oggetto, mira a costruire nuove modalità di operare per reclutare e sostenere “acerbi assistenti”. La comunità è chiamata a farsi carico di queste giovani figure assistenziali per offrire un appoggio più ampio. Nei mesi estivi, si decideranno i gruppi di lavoro per redigere, in termini operativi, il progetto e individuare le necessità territoriali.
L’attività dei Distretti, indurrà azioni di collaborazione tra diverse realtà istituzionali, rafforza i rapporti delle comunità nel territorio e opera per costruire reti tra servizi. Il progetto bolognese, evidenzia la volontà di investire sulle giovani generazioni.
Chiara Garavini
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