Il nuovo Pacchetto Omnibus della Commissione Europea

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Semplificare per competere e navigare tra le sfide del futuro.

La nuova Commissione Europea, guidata nuovamente da Ursula Von Der Leyen e insediatasi lo scorso dicembre, si è affacciata in un contesto politico ed economico in cui emerge la necessità per le Europa di saper navigare le trasformazioni del domani con sicurezza, mantenendo fermo il proprio obiettivo di uno sviluppo sostenibile e competitivo.

All’interno di questo percorso strategico si colloca il cosiddetto Pacchetto Omnibus, proposto dalla Commissione il 26 febbraio 2025. Questo articolato pacchetto di proposte normative, suddivise in due fondamentali sezioni, intende semplificare alcuni degli obblighi normativi per le imprese nell’ambito della sostenibilità, alleggerendo i carichi legislativi e promuovendo un approccio più graduale all’integrazione della sostenibilità nei processi aziendali.

In particolare, il Pacchetto Omnibus riguarda modifiche profonde, orientate ad una semplificazione degli obblighi normativi per le imprese di importanti normative in atto. Le principali normative impattate saranno la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) e la Tassonomia europea.

Palazzo Della Commissione Europea

Foto: Palazzo della Commissione Europea

Per quanto concerne la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la Direttiva che ha introdotto nuovi e stringenti obblighi di rendicontazione di sostenibilità per le imprese europee, le principali modifiche proposte includono:
Nuove soglie dimensionali: l’obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità sarà riservato alle imprese con più di 1.000 dipendenti e con almeno 50 milioni di euro di fatturato e/o 25 milioni di patrimonio netto.
Adozione volontaria degli Standard VSME: le aziende escluse dagli obblighi potranno comunque scegliere di aderire volontariamente agli standard volontari redatti da EFRAG, l’ente europeo che ha elaborato i nuovi standard di rendicontazione, per le PMI non quotate.
Eliminazione della reasonable assurance: viene mantenuto il livello di verifica “limitato” sui dati rendicontati, senza il graduale passaggio ad un livello di revisione più stringente e approfondito.
Semplificazione degli Standard ESRS: la proposta una significativa riduzione dei datapoint e degli indicatori richiesti dall’EFRAG, con l’eliminazione degli standard settoriali attualmente in fase di sviluppo.

Per quanto riguarda la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD), la Direttiva che inserisce obblighi sulla gestione dei rischi e degli impatti negativi sui diritti ambientali e umani lungo la catena del valore, le principali novità proposte comprendono:
Perimetro di applicazione più ristretto: i fornitori indiretti saranno inclusi nella valutazione del rischio solo se emergono informazioni concrete che giustifichino la loro inclusione.
Valutazioni meno frequenti: gli assessment lungo la catena del valore potranno avvenire ogni cinque anni, invece che su base annuale.
Richieste di informazioni più calibrate: le richieste rivolte ai fornitori saranno differenziate in base alla loro dimensione, con oneri minori per le imprese al di sotto dei 500 dipendenti.
Eliminazione della responsabilità civile: le imprese non saranno più soggette a sanzioni legali in caso di mancata conformità.
Piani di transizione non vincolanti: le aziende dovranno adottarli, ma non avranno più l’obbligo di implementarli.

Il Pacchetto Omnibus propone anche una revisione del perimetro di applicazione della Tassonomia europea. In particolare, le imprese soggette alla CSRD con più di 1.000 dipendenti ma con un fatturato inferiore a 450 milioni di euro, non saranno più obbligate a rendicontare il proprio allineamento alla Tassonomia, potendo optare per un’adesione volontaria. Viene inoltre riformulato il principio del Do No Significant Harm (DNSH), la cui nuova versione rende meno stringenti i criteri per valutare gli impatti negativi su altri obiettivi ambientali, con l’intento di semplificare l’applicazione della Tassonomia e renderla più accessibile alle imprese.

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Immagine: logo di Impronta Etica 

Con la votazione del 3 aprile 2025 al Parlamento Europeo, è stata formalmente approvata, la prima parte del Pacchetto Omnibus, denominata “Stop the Clock”, che stabilisce una proroga delle tempistiche di applicazione delle due principali direttive sulla sostenibilità: la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). Questa proroga prevede lo slittamento dell’entrata in vigore della CSRD di due anni per le imprese che ancora non rientrano nell’ambito di applicazione e di un anno per la CSDDD. Si attende ora l’approvazione formale del Consiglio Europeo per l'accordo definitivo sul testo legislativo. Una volta adottato, gli Stati membri dovranno adottare le leggi, i regolamenti e le disposizioni amministrative necessarie per conformarsi alla Direttiva riguardante le nuove tempistiche entro il 31 dicembre 2025.

Le modifiche alla CSRD e alla CSDDD entreranno in vigore una volta raggiunto l’accordo tra i co-legislatori e in seguito all’approvazione del Parlamento e del Consiglio Europeo. Le proposte legate alla Tassonomia saranno adottate successivamente, sulla base anche degli spunti emersi dalla consultazione pubblica che si è conclusa lo scorso 26 marzo.

Il Pacchetto Omnibus segna un cambio di passo importante nell’approccio regolatorio dell’Unione Europea in materia di sostenibilità con l’obiettivo di alleggerire gli oneri e armonizzare il quadro normativo senza rinunciare alle ambizioni di uno sviluppo sostenibile.

Nel prossimo futuro le imprese saranno quindi chiamate a una nuova forma di responsabilizzazione: in un quadro in cui la compliance diventa elemento secondario, sarà il proprio posizionamento strategico e la capacità di saper leggere le sfide complesse del nostro tempo attraverso le lenti della sostenibilità a rappresentare la via maestra per uno sviluppo competitivo che riesca a rispondere alle necessità di una transizione equa e sostenibile.

A cura di Impronta Etica

Impronta Etica è un’Associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).

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