«…si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore…»
(Da I cento passi dei Modena City Ramblers)
Giuseppe Impastato: “un giornalista e attivista italiano, membro di Democrazia Proletaria, noto per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra a seguito del quale fu assassinato il nove maggio 1978”. Questa è quello che Wikipedia scrive se qualcuno vuole avere notizie di uno dei più giovani eroi antimafia della storia italiana.
Ma, dopo i freddi dati biografici dell’enciclopedia di Internet, seguono altri scritti che riguardano la vita, le battaglie e la morte di questo siciliano. La sua fine, ordinata da suo zio il boss di prima importanza Gaetano Badalamenti, non fu voluta solo per le sue inchieste contro le attività mafiose, ma anche per aver fondato e diretto RADIO AUT.
Foto: Giuseppe Impastato nei pressi di Radio Aut
Radio Aut era una piccola radio privata che si prendeva gioco della mafia di Cinisi, suo paese di origine, che chiamava Mafiopoli e soprattutto che parlava di Gaetano Badalamenti, che Peppino chiamava zù Totò. Insomma Impastato stava insegnando ai siciliani a ridere ed a cominciare a smitizzare il potere della mafia di cui, non dimentichiamolo, all'epoca si negava finanche l’esistenza.
Cosa Nostra lo ucciderà nella notte tra l’otto e il 9 marzo del 1978 cercando di farlo passare per terrorista, cosa a cui nessuno ha mai creduto. La sua uccisione fu trascurata dalle forze dell’ordine dato che in quello stesso giorno fu rinvenuto il cadavere di Aldo Moro in via Caetani a Roma. Ma a volte il tempo rende giustizia, oggi sappiamo tutto quello che c’è da sapere.
Giuseppe era un uomo coraggioso con la passione per l’inchiesta, il dono di un forte umorismo e un grande senso dell’ironia, insomma il destino, con i suoi tempi, ha stabilito che Gaetano Badalamenti, morto in prigione dove stava scontando l’ergastolo fu il mandante dell’omicidio di Peppino. Impastato è stato un eroe in un momento storico in cui esserlo non era facile.
Vincenzo Bottiglioni
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