Iniziative a livello europeo per garantire informazioni inerenti alla sostenibilità, affidabili e comparabili.
Il programma della Commissione europea guidata da Ursula von del Leyen – insediata nel 2019 ed in carica fino al 2024 - punta a realizzare una grande trasformazione per l’Europa finalizzata a costruire una società più equa, più sana, più verde e più digitale.
Per il raggiungimento degli obiettivi prefissati, fra le tante iniziative annunciate dalla Commissione europea, vi è il potenziamento del reporting aziendale di sostenibilità. L’obiettivo è quello di rendere le aziende più responsabili e trasparenti circa il loro impatto sulle persone e sull'ambiente e di migliorare il modo in cui le informazioni sulla sostenibilità vengono rendicontate e utilizzate. Più in generale, la Commissione europea mira a stimolare una transizione verso la sostenibilità in conformità con il Green Deal europeo e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.
Foto: bandiera a dell'Unione Europea
In questo contesto, il 21 aprile 2021 la Commissione europea ha pubblicato la proposta di Direttiva inerente il reporting aziendale di sostenibilità. Di seguiti vengono elencate le principali novità introdotte da questa nuova iniziativa:
- AMBITO DI APPLICAZIONE
La Commissione europea propone di estendere il perimetro degli obblighi di rendicontazione, includendo tutte le imprese di grandi dimensioni e le società quotate, escludendo però le microimprese quotate. In questo modo circa 49.000 imprese europee sarebbero obbligare a redigere una rendicontazione di sostenibile, dalle 11.000 circa odierne.
- CONTENUTI DA RENDICONTARE
I contenuti su cui le imprese sono tenute a rendicontare dovrebbero essere il più coerenti possibile con la definizione di "fattori di sostenibilità" che comprende tutte quelle problematiche ambientali, sociali e concernenti il personale, il rispetto dei diritti umani e le questioni relative alla lotta alla corruzione attiva e passiva. Tale elenco dovrebbe inoltre prendere in considerazione le esigenze e le aspettative degli stakeholder in termini ESG, ovvero in termini ambientali, sociali e di governance.
- STANDARD EUROPEI
La proposta di Direttiva prevede lo sviluppo di standard europei obbligatori per la rendicontazione da parte delle grandi imprese. Si prevede inoltre lo sviluppo di standard europei obbligatori separati e proporzionati in base alle caratteristiche e alle capacità delle piccole e medie imprese.
- LA COLLOCAZIONE DELL’INFORMAZIONE DI SOSTENIBILITÀ
L’informativa di sostenibilità dovrà essere necessariamente collocata all’interno della Relazione sulla Gestione, e non in un fascicolo a parte, divenendo così parte integrante e sostanziale del reporting delle imprese.
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- ASSURANCE
La proposta di Direttiva estende a tutti i report di sostenibilità che saranno redatti in base alle proprie norme l’obbligo di essere assoggettati alla c.d. “limited assurance”.
- MATERIALITÀ
Nella bozza di Direttiva europea viene riaffermato il principio della “doppia materialità”, secondo cui un’informazione, per essere materiale (cioè significativa) e dunque essere inserita nel report di sostenibilità, deve essere rilevante per l’impresa o per il contesto socio-ambientale di riferimento con riguardo ai fattori ESG.
Per quanto riguarda i prossimi passi, il Parlamento e il Consiglio europeo negozieranno il testo legislativo finale della Direttiva sulla base della proposta della Commissione, e si ipotizza una approvazione entro il secondo trimestre 2022. Parallelamente, l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG) lavorerà per predisporre una bozza di set di standard per la rendicontazione di sostenibilità.
Il calendario definitivo dipenderà dunque dai negoziati tra il Parlamento e il Consiglio europeo, ma l’obiettivo è quello che le imprese producano i primi report di sostenibilità con la nuova normativa e i nuovi standard nel 2024 con riferimento all’esercizio 2023.
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A cura di Impronta Etica
Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI).