Stop al campionato femminile di calcio

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Si chiude ufficialmente la stagione corrente della Serie A.

Alla fine il Coronavirus ha ucciso la stagione 2019 – 2020 del massimo campionato di calcio dedicato alle donne. Era inevitabile: per mesi si è parlato dell’attuazione di protocolli sacrosanti di sicurezza sanitaria, necessari alla ripresa; sì corretti, ma costosissimi e complicati da attuare. E se la Serie A maschile, che vede scorrere milioni di euro a fiumi, come se nulla fosse, sta giustamente ripartendo (incrociamo le dita e tratteniamo il respiro!) era onestamente impensabile che un settore che produce pochissimi utili, come quello del calcio in rosa e che sta cercando di attrarre con fatica nuovi sponsor e di ottenere più visibilità, potesse alzare la serranda come se niente fosse successo.

E allora: scudetto non assegnato, Juve e Fiorentina qualificate alla Champions League (la Viola grazie al famigerato algoritmo di cui tanto si parla nel campionato maschile), le ultime due compagini retrocesse in B, Napoli e San Marino promosse in A, con le sammarinesi favorite dal suddetto algoritmo.

Ora c’è da augurarsi che il nostro campionato – tenero e bellissimo pulcino, se paragonato ai maggiori campionati femminili europei, quali quello tedesco o quello inglese – possa riorganizzarsi al meglio e ripartire con l’aiuto delle istituzioni sportive e non, con sponsor e tv e giornali che spingano per una crescita continua e inarrestabile.

Le nostre atlete lo meritano davvero, perché al di fuori di ogni facile retorica, sono capaci di sudarsi letteralmente la maglia, ogni santo giorno che Dio manda in terra, con passione, lealtà sportiva e tanta, tanta bellezza non solo esteriore. Forza ragazze, continuate a dare il meglio: abbiamo bisogno anche di voi, per continuare a sognare!

Ugo De Santis

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