Sono sempre più numerosi gli studenti che si ritrovano con materie da recuperare al termine dell'anno scolastico.
È stato calcolato che la metà degli studenti italiani quest'anno, si è trovato alla fine dell’anno scolastico a fare i conti coi debiti formativi e per recuperarli dovrà seguire nella maggior parte dei casi, lezioni private in modo da affrontare poi gli esami di settembre, una bella scocciatura che però si può aggirare con metodi alternativi. Don Milani diceva che la scuola è “…un ospedale che cura i sani e respinge i malati” questo per sottolineare il fatto che si tratta di un’istituzione che premia i successi ma penalizza chi resta indietro e i genitori si trovano a dover investire denaro per permettere ai propri figli di recuperare, di rimediare alle materie in cui sono stati bocciati.
Normalmente le scuole organizzano corsi di recupero gratuiti ma non bastano a far fronte alle richieste e allora le famiglie sono costrette a ricorrere a ripetizioni private che non sempre sono a buon mercato ma anzi si stima che abbiano un giro d’affari di circa 900 milioni di euro l’anno. Questo problema si è presentato dal momento che ci sono stati numerosi tagli alla scuola e inoltre l’apprendimento non è personalizzato, mirato per ogni singolo studente, la valutazione di un alunno diventa qualcosa di impersonale, fredda, il ragazzo molte volte non riesce a capire i suoi errori e si trova a dover mettere una pezza da solo alle sue mancanze.
Tuttavia le soluzioni esistono a cominciare dalle “classi capovolte”, il nuovo metodo didattico per cui le lezioni sono sempre tenute dagli insegnanti ma sono poi “salvate” su Internet di modo che gli alunni possono rivederle a casa, consultarle e capirle meglio, così non ci sarà bisogno di un docente privato che le rispieghi con conseguente spesa e tempo che si sarebbe potuto guadagnare. Il classico approccio frontale che si tiene in classe può anche incepparsi, possono esserci incomprensioni, i ragazzi possono restare indietro perché magari non chiedono per paura di ricevere rimproveri come quello di non aver seguito le lezioni e così si innesca un meccanismo anche psicologico che influenza negativamente i ragazzi.
Foto: vignetta ripetizioni scolastiche
Un’altra alternativa potrebbe essere quella di affrontare determinate materie nella prima parte dell’anno e altre nella seconda per fare in modo che gli studenti possano concentrarsi su pochi argomenti, impararli meglio e magari approfondirli con calma senza rischiare di tralasciare nulla. Ci si può affidare anche ad aiuti ancor più basilari; ad esempio le scuole potrebbero tenere aperto il pomeriggio in modo che si possano tenere corsi autogestiti in cui i più bravi aiutano chi ha bisogno e deve recuperare, un rapporto alla pari che fa sentire l’alunno a suo agio e che gli permetterà di porsi in maniera più aperta alle spiegazioni.
Rimettersi in pari con le materie è un diritto/dovere degli studenti però bisogna far sì che non sia un percorso a ostacoli, bisogna agevolarli e incitarli a rimediare senza farli sentire costretti, senza ridurre lo studio a un’attività punitiva, uno spreco di tempo e denaro ma facendogli capire che la conoscenza è una ricchezza, un plus che si porteranno dietro tutta la vita.
Valentina Trebbi
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS