È ormai da un po’ che l’assetto europeo sta subendo parecchi scossoni.
L’idea di un continente europeo unito, sul modello degli Stati Uniti d’America, è sempre stato il sogno di molti, la strada imboccata sembrava quella giusta basti pensare alla moneta unica o al mercato unico ma purtroppo nell’ultimo periodo delle forze avverse stanno incrinando il quadro già difficile da mantenere. Le spinte indipendentiste ci sono sempre state però ultimamente stanno diventando sempre maggiori, i conflitti all’interno dell’Europa esistono da quando è nata perché si tratta di tanti paesi, uno diverso dall’altro con le proprie tradizioni, la propria cultura e la propria religione, difficili da mettere d’accordo.
In queste settimane si è parlato spesso del referendum che si è tenuto in Catalogna per ottenere l’indipendenza dalla Spagna, una votazione che, benchè non abbia alcun valore, ha ottenuto la maggioranza dei consensi, a dimostrazione che questa regione ha sempre desiderato staccarsi dal resto del paese. Ben il 90% di quanti hanno preso parte alla votazione non autorizzata ha scelto l’indipendenza ma nonostante ciò il premier spagnolo Rajoy ha definito il voto solo una messa in scena e ha ribadito che userà tutti i mezzi possibili per impedire che la Catalogna dichiari la sua indipendenza. I cittadini hanno quindi vinto solo a parole perché nei fatti la loro scelta non li porterà a niente; l’illegalità del referendum non consentirà loro di poter far parte di un territorio autonomo, tutto resta come prima e anche se sono previsti scioperi e manifestazioni queste non serviranno a ribaltare le decisioni.
Immagine: mappa degli indipendentismi in Europa © www.lineadiretta24.it
In Spagna poi c’era già stato un precedente, quando i Paesi Baschi volevano diventare una regione a sé stante e ingaggiarono delle lotte, ci fu una guerra per far valere i loro diritti ma tutto si è poi risolto con un accordo pacifico tra questi paesi e il governo centrale di Madrid che ha riportato la situazione in equilibrio, anche se sono occorsi diversi anni. Delle spinte separatiste si sono fatte sentire anche in Gran Bretagna dove la Scozia vorrebbe affrancarsi dal resto della nazione: la separazione da Londra e, di conseguenza, Bruxelles sembrava cosa fatta e invece nulla è cambiato, il secondo referendum è stato “congelato” e anche tutto il processo legislativo che ne consegue.
La”first minister” scozzese Nicola Stugeon ha preferito azzerare tutto e, dopo il voto del 2014 vinto dagli unionisti nel primo referendum e dopo la Brexit, ogni cosa si è fermata, le prospettive sono cambiate e il secondo referendum può attendere aspettando di vedere ciò che accadrà. Realizzare un continente unito, non solo geograficamente non è facile, pensiamo allo stesso desiderio di autonomia delle regioni del Nord Italia che non chiedono di staccarsi ma vorrebbero comunque avere più margini di libertà, diventare più autonome.
Tutti questi risvolti, tutti questi desideri di autonomia territoriale ci dovrebbero far capire che la strada per costruire i tanto desiderati “Stati Uniti d’Europa” è tutta in salita, non è così semplice mettere d’accordo Stati così diversi tra loro e le varie esigenze che si muovono al loro interno, non siamo come l’America e di questo dobbiamo rendercene conto per evitare inutili discussioni.
Valentina Trebbi
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS