Quali sfide e opportunità devono affrontare le organizzazioni che intendono approcciare il tema della plastica?
La plastica è un materiale importante e onnipresente nella nostra economia e nella nostra vita quotidiana. Le sue molteplici funzioni permettono di affrontare una serie di sfide su cui è improntata la nostra società. Materiali leggeri e innovativi nelle automobili o negli aerei consentono di risparmiare carburante e ridurre le emissioni di CO2. Gli imballaggi di plastica garantiscono la sicurezza degli alimenti e riducono i rifiuti alimentari. In combinazione con la stampa 3D, le materie plastiche biocompatibili possono salvare vite umane consentendo l'innovazione in campo medico. Tuttavia, troppo spesso il modo in cui la plastica è attualmente prodotta, utilizzata e smaltita non permette di cogliere i vantaggi economici di un approccio più "circolare" e danneggia l'ambiente. Inoltre, la plastica si ottiene da composti di carbonio e idrogeno chiamati “monomeri” che si ricavano dal petrolio e dal metano. Pertanto, restando invariati gli attuali trend di produzione, entro il 2050 la plastica potrebbe rappresentare il 20% del consumo di petrolio e il 15% delle emissioni di gas a effetto serra e in mare potrebbe esserci più plastica che pesci, derivante da uno scorretto smaltimento della materia.
In questo contesto, nel 2018 la Commissione europea ha adottato una serie di iniziative ambiziose nel contesto del piano d'azione per l'economia circolare, tra le quali una strategia dell'UE per la plastica nell'economia circolare e un allegato in cui sono indicate le misure e le azioni necessarie per ripensare al modo in cui le materie plastiche e i prodotti in plastica sono progettati, prodotti, utilizzati e riciclati. Obiettivo della strategia è quello di identificare una nuova visione che possa permettere lo sviluppo di una nuova economia della plastica in Europa: «Un'industria della plastica intelligente, innovativa e sostenibile, in cui la progettazione e la produzione rispettino pienamente le esigenze di riutilizzo, riparazione e riciclaggio, genera crescita e occupazione in Europa e contribuisce a ridurre le emissioni di gas a effetto serra dell'UE e la sua dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili».
Per attuare la strategia dell’UE per la plastica nell'economia circolare è stata approvata nel maggio 2019 la direttiva sulla riduzione dell'impatto di determinati prodotti in plastica sull'ambiente. La direttiva propone diverse misure per articoli specifici realizzati in materie plastiche monouso, tenendo conto del comportamento del consumatore nonché delle esigenze e opportunità dei consumatori per le imprese. Quando le alternative sono chiaramente disponibili - sia monouso che multiuso - vengono proposte restrizioni di mercato. Altre misure includono un'etichettatura adeguata, sensibilizzazione, azioni volontarie e l'istituzione di regimi di responsabilità estesa del produttore che coprano anche i costi per la pulizia dei rifiuti. Infine, con l’insediamento della nuova Commissione europea a dicembre 2019, si è stabilito un nuovo piano strategico chiamato Green Deal. Uno dei pilastri su cui si basa il Green Deal riguarda un piano d’azione per l’economia circolare che si focalizzerà su vari settori, tra cui anche quello della plastica. Si prevede, dunque, nei prossimi mesi un follow up della strategia adottata nel 2018.
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In questo framework, cosa possono fare le imprese? Cosa significa approcciare il tema della plastica in azienda (riduzione, efficientamento del processo di riuso/riciclo, eliminazione, ecc.)?
Ovviamente la declinazione del tema è molto diversa a seconda del settore, della dimensione e delle priorità aziendali, ma tenuto conto di ciò, ogni realtà organizzativa ha la possibilità di agire secondo la propria specificità. Impronta Etica ha ritenuto importante approcciare il tema attraverso un confronto con le sue imprese Socie identificando le possibilità di azione per le imprese, gli ostacoli, le opportunità e i fattori abilitanti.
Dal confronto con le imprese Socie è emerso come a fronte di difficoltà - quali il reperimento di materie alternative possibili, un contesto normativo poco chiaro e l’urgenza di un adattamento ai dettami delle normative europee quando spesso non si ha un pieno engagement dell’azienda sul tema - vi siano anche numerose opportunità. Indubbiamente, riuscire ad attuare iniziative volte alla riduzione della plastica in azienda permette all'organizzazione di essere preparata ai cambiamenti di contesto normativo e di migliorare la reputazione aziendale, riuscendo a dare una risposta a sollecitazioni dal basso, sia da parte dei consumatori (lato prodotti) che da parte dei dipendenti (in riferimento alla riduzione della plastica in ufficio), riuscendo inoltre a dare una risposta adeguata alla maggiore attenzione sociale e mediatica rispetto al fenomeno della plastica. Inoltre, ulteriori benefici e opportunità si riscontrano in un rafforzamento della cultura aziendale in chiave di sostenibilità e miglioramento del clima aziendale.
Per realizzare queste iniziative è però necessario un maggiore coinvolgimento di tutti gli stakeholder, siano essi interni o esterni all'organizzazione, tutti i livelli aziendali, fornitori, competitors/peers, pubblica amministrazione, ecc. Solo in questo modo si potranno trovare soluzioni condivise attraverso, ma anche per, l'innovazione di prodotto e di processo.
A cura di Impronta Etica
Impronta Etica è un’associazione senza scopo di lucro costituitasi nel 2001 per
la promozione e lo sviluppo della sostenibilità e della Responsabilità Sociale d'Impresa (RSI).