Investire può diventare qualcosa che fa bene, qualcosa di buono: una moda che sta contagiando tante persone
Per ottenere un buon rendimento non sempre bisogna fare investimenti azzardati e rischiosi pur di ottenere un buon profitto anzi, adesso si sta diffondendo una nuova tendenza, quella cioè di pensare anche a come il denaro verrà impiegato e non solo ai possibili guadagni. Sono sempre di più i risparmiatori che scelgono il così detto “investimento sostenibile e responsabile” vale a dire un settore che si occupa di finanziare solo aziende che rispettano valori fondamentali come i diritti umani o l’ambiente e questa scelta si è rivelata giusta infatti i risparmi sono addirittura triplicati.
La maggior parte dei clienti è costituita da giovani rispetto alla media del mercato abituale e ben il 52% sono donne le quali si sono dimostrate interessate a investimenti socialmente sostenibili così pure gli uomini preferiscono considerare l’impatto socio- ambientale che potrebbe derivare da ciò che decidono di investire. Molto spesso chi decide di avvicinarsi a questo mondo ha però dei dubbi più che legittimi che riguardano la sicurezza dei soldi che si decide di investire in scopi etici ma purtroppo a tal riguardo non ci sono ancora certezze, non esistono garanzie è quindi opportuno leggere sempre il prospetto informativo in cui viene spiegato perché un determinato investimento viene definito “etico”.
Bisogna quindi fare molta attenzione ai criteri che vengono usati dalle banche per stabilire quali titoli possono definirsi etici, servono determinati criteri; prima si devono escludere le società che si occupano di certi settori come le armi, il tabacco, il petrolio o i pesticidi poi tra quelli rimasti si devono scegliere quelli più meritevoli perché rispettano certi standard ambientali, sociali e che si preoccupano di tutelare i diritti umani. Nel 2016 è stata la Francia ad aggiudicarsi il titolo di paese più “ethical friendly” con circa 58 miliardi di investimenti mentre l’Italia è ancora indietro, è solo nona ma questo è dovuto anche al fatto che c’è scarsa conoscenza della materia e soprattutto dei prodotti offerti.
Immagine: © IlSole24Ore-Web
Ad esempio i fondi etici sono di sicuro la forma più diffusa e come tutti i fondi comuni possono essere obbligazionari, i meno rischiosi, bilanciati o azionari e la loro caratteristica è quella di investire solo in aziende che tutelano l’ambiente e il sociale, ci sono poi i fondi pensione sostenibili vale a dire che si può investire parte della propria pensione in azioni etiche o ancora i “green bond”, con i quali il denaro raccolto serve a finanziare progetti che abbiano ricadute positive sull’ambiente. Troviamo anche i “social bond” con i quali si ottiene un rendimento simile a quello di mercato ma la banca che emette queste obbligazioni usa parte del profitto per sostenere ONG, associazioni di volontariato o cooperative sociali insomma sono rivolte a enti senza scopo di lucro.
La scelta etica non implica una rinuncia a parte del rendimento anzi, è stato visto che hanno conseguito delle entrate migliori anche durante la crisi economica del 2007 e questo ci fa capire che essi non costituiscono assolutamente un rischio ma sono forse una nuova frontiera del mercato, un nuovo modo di investire e contemporaneamente fare del bene.
Valentina Trebbi
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