Intervista a Marco Melluso, Diego Schiavo e Andrea Meli.
La BUONA NOTIZIA è l’uscita del film “Il Conte Magico”, l’ultima fatica prodotta dai registi Marco Melluso e Diego Schiavo che racconta in maniera divertente, fresca e innovativa la storia del Conte Cesare Mattei e del suo sogno di curare tutto e tutti attraverso i suoi rimedi, famosi in tutto il mondo. Il conte Mattei ha lasciato la sua traccia più evidente, il suo vero testamento nella Rocchetta Mattei a Grizzana Morandi, riaperta da qualche anno per la gioia dei tantissimi visitatori.
Grazie al restauro che la Fondazione Carisbo sta portando avanti, possiamo ammirare un gioiello del nostro territorio realizzato da un personaggio che per la città di Bologna è stato molto importante ma attualmente pressoché sconosciuto, soprattutto fuori Bologna. Fondatore di una banca, politico, benefattore ma soprattutto un grande sognatore che ha creato l’elettromeopatia di cui, alla sua morte, ha portato i segreti nella tomba.
Grazie a Il Conte Magico, che i registi Marco Melluso e Diego Schiavo hanno scritto insieme a Licia Ambu e Andrea Meli, possiamo conoscere meglio questo personaggio ed apprezzare il suo lavoro e la sua genialità e capire quanto sia stata importante Bologna durante il 1800, sia in campo sociale che nel campo della rivoluzione scientifica.
Dopo Matilde di Canossa, come vi è venuta l’idea di dedicare una vostra docummedia a Cesare Mattei? È stato difficile ricostruire la storia di questo personaggio?
Nel 2015 in occasione di uno spettacolo di Luciano Manzalini, ci siamo trovati alla Rocchetta Mattei e ce ne siamo innamorati. Un posto incredibile, quasi alieno, nel bel mezzo dell'Appennino. Ci siamo stupiti del fatto che fosse rimasto per così tanti anni alla periferia della storia di Bologna, una città che ha avuto un ruolo centrale per l'Italia e per l'Europa fin dal Medioevo. Dopo Matilde, una donna il cui nome, come diciamo nel film a lei dedicato, è diventato un vero e proprio brand, ci è sembrato quasi fisiologico dedicare la nostra attenzione ad un personaggio che invece dalla Storia è stato misteriosamente estromesso. Volevamo ridare luce e visibilità a un grande protagonista dell'Ottocento, a Bologna come nel resto del mondo.
Proprio perché caduto nell'oblio, ricostruire la sua vita non è stato facile. Nelle poche trattazioni che lo riguardano, il suo nome è per lo più legato alla costruzione della Rocchetta e allo sviluppo dei rimedi elettromeopatici. Tuttavia, più studiavamo la sua biografia, più ci rendevamo conto di quanto la vita del Conte fosse immersa pienamente nel fiorente dibattito politico e scientifico del tempo, tra Risorgimento, progresso scientifico e il prepotente retaggio del pensiero alchemico ed esoterico. Cesare Mattei, lo ricordiamo, ha anche contribuito alla fondazione della Carisbo, alla costruzione della fermata a Riola sulla linea ferroviaria Bologna-Pistoia e alla fioritura di questa parte dell’Appennino bolognese, ai cui abitanti ha praticamente offerto lavoro per decenni.
Foto: pubblico e cast visionano il film
Perché avete deciso di puntare su questo nuovo genere cinematografico?
Quando è uscito La Signora Matilde, eravamo consapevoli della grande scommessa che c'era dietro. Un documentario di divulgazione storica, con attenzione ai dati e uno studio attento delle fonti, che fosse anche un prodotto di intrattenimento per tutti: praticamente lo abbiamo lanciato bendati e con le dita incrociate! Poi però è arrivato il consenso del pubblico, la curiosità attorno a Matilde di Canossa e, non ultimo, il premio Francovich assegnato dalla SAMI (Società Archeologi Medievisti Italiani) per la divulgazione del Medioevo. Questo riconoscimento ha confermato la nostra convinzione che la Storia è una cosa seria ma può svincolarsi dalla seriosità della sua narrazione. È che a volte il mondo accademico si chiude in se stesso e finisce per mettere una certa distanza rispetto alla gente.
Noi crediamo che alla base dello studio e dell'apprendimento ci sia prima di tutto la curiosità e il genere che abbiamo inventato, che è lungi dal voler essere esaustivo rispetto agli argomenti che trattiamo, è pensato per divertire il pubblico e farlo così avvicinare a eventi e personaggi che altrimenti rimarrebbero chiusi dentro i libri di Storia. Inoltre siamo convinti che la Storia accada tutti i giorni e che gli uomini che ne sono stati protagonisti, dagli imperatori all'ultimo contadino di un feudo sperduto, non siano diversi da noi. Abbiamo gli stessi problemi di sempre, troviamo le stesse soluzioni, incappiamo negli stessi errori, le dinamiche sono simili. La conoscenza della Storia è prima di tutto conoscenza di noi stessi e delle strutture sociali e politiche in cui viviamo. Se riusciamo a portarla alla gente con un linguaggio ironico e brillante, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo.
Chi sono gli attori del film e perché avete puntato su di loro?
Abbiamo scelto un cast tra novità e tradizione, che poi sono i due poli dentro cui si muoveva il nostro amato Conte. Luciano Manzalini ed Eraldo Turra, il mitico duo bolognese, meglio noto come I gemelli Ruggeri, rappresentano la tradizione della comicità bolognese. Una comicità intelligente, di testa che, come dicono loro stessi, “ti fa ridere dopo” e che dietro la battuta nasconde sempre una riflessione. Ci sembrava un omaggio dovuto alla stessa città di Bologna, che ha cullato incredibili talenti e che tutt’ora ne produce. Antonio Pisu, figlio del mitico Raffaele, scomparso da poco, è un giovane attore e regista di grandissimo talento. Ci serviva un personaggio smaccatamente narcisista, dalla parlantina brillante e dall’aspetto piacente ma anche capace di attingere a modi di recitare più vicini alla maschera, e Antonio, che dalla sua, oltre il talento, ha anche una grande autoironia, era praticamente perfetto.
Roberta Giallo è stata una felicissima scommessa, per noi assolutamente vinta: performer a tutto tondo, nasce come cantante – tra parentesi, una voce incredibilmente bella e uno stile originale e fresco – ma ama (come noi) superare i confini e spezzare le etichette. Quindi scrive canzoni, ma anche romanzi, e, recentemente, anche uno spettacolo teatrale (ideato tempo addietro con Lucio Dalla). Siamo molto felici anche di questa scelta: secondo noi, Roberta ha dato al film un tocco di malizia ed eccentricità, creando un personaggio magnetico, suadente e allo stesso tempo leggero. E che dire dei graditissimi cammei con cui diversi artisti hanno partecipato al film: Syusy Blady, graditissimo ritorno e fil rouge che lega il precedente film a Il Conte Magico, Tiziana Foschi, Vito, Eva Robin’s, Davide Malaguti, la vlogger Virgitsch, la rapper MC Nill e, non ultimo, il grande Ivano Marescotti, la cui presenza ha accresciuto l’aura di mistero e magia che attraversa tutto il film.
Foto: presentazione del film
Quale è stata la cosa che più vi ha colpito di Cesare Mattei?
A rischio di sembrare banali, ci ha colpito praticamente tutto. Una mente brillante, curiosa e instancabile. Un uomo che ha usato la sua immensa fortuna – ricordiamo che è nato in una famiglia che ai tempi possedeva mezza Bologna – per fare del bene. In Cesare Mattei abbiamo trovato un’indole umanitaria, pur dietro un carattere a tratti eccessivamente burbero, che non si è fermata di fronte a nessuna difficoltà. Poi, come tutti i benefattori, ha dovuto fare anche i conti col trovarsi inevitabilmente al centro dell’attenzione. Da qui, la grande paura, anzi la vera e propria ossessione, di essere bersaglio di congiure e complotti.
Alla prima ufficiale del film sono seguite molte altre proiezioni, ma la vera avventura è portare il film nelle scuole: come avviene tutta questa promozione?
Siamo davvero molto soddisfatti del grande interesse che il pubblico ci sta dimostrando. Dopo la prima nazionale, Il Conte Magico è stato in cartellone in tre diverse sale di Bologna fino alla fine di luglio. A Roma siamo arrivati primi alla rassegna “L’aquila e il corvo”, un contest incentrato sul tema del fantastico nelle sue varie declinazioni. Incoraggiati dal grande successo e dalle richieste del pubblico, abbiamo creato la rassegna Che Storia! che, assieme a Il Conte Magico, riporta sugli schermi La Signora Matilde. Rassegna che ad oggi è stata ospitata a Bassano Del Grappa e a San Lazzaro. Infine siamo anche stati premiati alle Giornate del Cinema Lucano e per noi hanno creato a Salsomaggiore il Premio Mangiacinema Pop.
Per quanto riguarda le scuole, riuscire a portarvi Il Conte Magico è uno degli obiettivi per noi più importanti. I ragazzi, nonostante l’immagine che se ne ha ai nostri giorni, hanno voglia di sapere, sono curiosi. La regione Emilia-Romagna ha in cantiere e in atto tanti progetti interessanti. Per esempio il progetto Documentario a scuola, promosso dalla Biblioteca dell'Assemblea Legislativa della Regione e dall'associazione "Documentaristi Emilia-Romagna". In ottobre abbiamo anche in progetto di entrare in contatto con l’AgiScuola di Bologna, sempre in prima linea nel portare il cinema nelle scuole e le scuole al cinema. Nell’ottica della divulgazione sperimentale e innovativa, siamo noi per primi a credere nella potenza del mezzo cinematografico, e nell’opportunità di proporre ai ragazzi lo studio di un linguaggio che ha un potenziale divulgativo da non sottovalutare.
L’avventura del Conte Magico è appena iniziata ma penso che nelle vostre teste ci sia già il nuovo personaggio su cui immaginare una storia.
Uno?! Centomila! Già mentre scrivevamo il Conte Magico avevamo in mente una serie di personaggi che vanno fatti conoscere, per la loro personalità e perché, non meno di altri, hanno scritto la Storia e hanno reso noi e i nostri territori quelli che siamo. Ne citiamo solo alcuni, giusto per dare il polso della situazione: l’imperatrice Teodora, immortalata nei mosaici di Ravenna; la Regina di Napoli Maria Carolina d’Austria. E poi Costanza d’Altavilla, Monna Lisa, Caterina Dei Medici, Olimpia Maidalchini, Lucrezia Borgia, Caterina Sforza e... Laura Bassi Veratti (ancora Bologna nel nostro cuore)...
Luca Cavrini
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