SANREMO 2017: più spettacolo che musica, più lustrini che note.
Si presenta musicalmente debole questa 67esima edizione del Festival di Sanremo, condotta per la terza volta consecutiva da Carlo Conti che, della kermesse canora, è anche il Direttore Artistico. Per superare i suoi stessi record di ascolti Conti ha chiamato una fuoriclasse della tv italiana, Maria De Filippi che arriva all’Ariston in qualità – ci tiene a precisare – di co-conduttrice, sacrificando la presenza di vallette o valletti, se pensiamo a Gabriel Garko l’anno scorso. Entrambi rischiano poco e portano l’esatta copia di loro stessi alla manifestazione canora, accontentando il pubblico che dal presentatore toscano si aspetta ritmo, qualche battuta e una conduzione misurata e dalla De Filippi una versione di “C’è posta per te” o “Amici” in salsa sanremese.
Va da sé che una presenza ingombrante come quella della “Signora di Mediaset” e un carosello di superospiti italiani (Tiziano Ferro, Giorgia o Zucchero) possono rubare la scena agli artisti in gara ma, occorre dirlo, molte delle canzoni presentate non saranno ricordate negli annali del Festival. Carlo Conti ha scelto di portare sul palco del Festival ben 22 artisti, due in più rispetto agli anni precedenti, modificando il regolamento che prevede un pizzico di pepe in più nel gioco dei ripescaggi.
Tra i “Campioni” tornano a calcare le scene dell’Ariston vecchie conoscenze come Al Bano, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Ron, Marco Masini e Michele Zarrillo accanto ad artisti di nuova generazione, provenienti più o meno dal mondo dei talent show o del web, come Lodovica Comello, Nesli e Alice Paba, Michele Bravi, Elodie, Sergio Sylvestre, Raige e Giulia Luzi e Alessio Bernabei. Se questi ultimi nomi hanno spinto molti spettatori da casa a cercare su Google, altri concorrenti si sono conquistati il proprio posto nella competizione grazie alla partecipazione alle nuove proposte di Sanremo - parliamo del vincitore dell’anno scorso Francesco Gabbani e di Ermal Meta – o grazie al loro successi, come Giusy Ferreri, Samuel, Clementino o Gigi D’Alessio.
Foto da: http://www.allmusicitalia.it/sondaggi/sanremo-2017-big-sondaggio.html
La sensazione è che neanche i concorrenti abbiano voluto spingere troppo il piede sull’acceleratore scegliendo non certo i loro brani più potenti. In questo scenario, giganteggia l’inno alla vita della Mannoia, l’esortazione a piacersi ad ogni condizione di Paola Turci, il ricordo agrodolce della madre di D’Alessio scomparsa molti anni fa, l’invito a ribellarsi alle violenze domestiche di Meta o il classicone squisitamente festivaliero di Elodie. Sono proprio questi i nomi che circolano più insistentemente come potenziali vincitori o come candidati al premio della critica “Mia Martini”. E se veramente andasse così, la qualità, benché relativa del Festival, sarebbe salvaguardata.
A sparigliare le carte potrebbe arrivare il voto “giovane” che muovendosi in maniera massiccia con il televoto potrebbe dirottare le preferenze su qualche star della rete. L’esperienza insegna che, per quanto annunciata una vittoria, i giochi si fanno davvero all’ultimo. La sensazione che si ha è che occorra trovare ancora una buona alchimia tra i partecipanti, non tanto per un’offerta omogenea quanto per garantire una gara equilibrata su più livelli. Qualora Carlo Conti confermasse la propria disponibilità a continuare con questo compito, potrebbe mettere in fila tutti gli elementi, altrimenti la palla passerebbe al prossimo direttore artistico che potrebbe andare a pescare su un altro fronte ancora: la scena indipendente italiana quasi totalmente assente in queste edizioni.
Se tutto questo è ancora solo un’incognita, una certezza c’è già: il febbraio del 2018 saremmo di nuovo tutti di fronte alla televisione per guardare il Festival di Sanremo.
Giorgia Olivieri
BLOG COMMENTS POWERED BY DISQUS