Ripartire dalla Natura

Ambiente
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Perché abbracciare gli alberi non è da stupidi.

Le antiche civiltà pagane, i popoli di natura, gli esseri umani legati alla terra, ai fiumi, al mare, possedevano un senso della Natura legato indissolubilmente al Sacro, intriso della misteriosa e vitale essenza del Divino. Era il Dio che si fa immanente, che entra e vive nelle forme e le rende preziose, spazi tangibili in cui avvicinarlo e ricevere i suoi doni spirituali. Da ciò derivava quel rispetto profondo e la conoscenza dei cicli naturali, delle Energie che abitano il pianeta, la consapevolezza piena che Dio, Uomo, Natura sono una cosa sola!

Da un certo punto in avanti della Storia, qualcuno ha deciso che Dio è trascendente, lontano dalle forme e che quindi non poteva essere avvicinato ed esperito tra gli alberi, nei mari o sui monti e gli uomini hanno smesso di parlare e rispettare la natura. Da quel momento è iniziato prima il progressivo distacco, poi l’ignoranza e per finire lo sfruttamento selvaggio.

Oggi se un falegname entra in una foresta amazzonica vede legna per costruire mobili, un allevatore vede spazi per il suo bestiame, un poeta mistico vede il Tempio più autentico per contattare Dio. E allora? Certo l’uomo ha bisogno di legna da ardere e con cui costruire, di carne, pesce, cereali da mangiare, ma anche di Dei amici e vicini a noi da contattare e con cui nutrire lo spirito: alberi, fiori, fili d'erba.

Domani, venerdì 5 giugno, si celebra la Giornata mondiale dell'ambiente 2020. Andate fuori ad abbracciare un albero (o a salutarlo col cuore aperto) e non vergognatevi di farlo!

Ugo De Santis

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