De Chirico e l’oltre

Arte
Tipografia

La riscoperta di barocco e metafisica.

Nell'esposizione di Palazzo Pallavicini, trattante le opere tra il '38 ed il '78 del secolo scorso di De Chirico, quello che attrae la massa sono i quadri neometafisici, o meglio le riproduzioni od i pastiche degli anni 10 dell’artista, visti sotto una luce nuova, sempre metafisica ma in questo caso meno inquietante e più gioiosa, leggera, questo dimostrato dal cambiamento dei titoli delle opere e dai colori più brillanti in certi quadri, più tenui in altri.

Ma la vera sorpresa di questa mostra è la parte riguardante alla sua fase barocca. Per chi come me fosse arrivato alla mostra con preconcetti negativi sul suddetto periodo dell’artista troverà i suoi preconcetti da una parte convalidati e da un’altra totalmente capovolti perché le opere barocche sono di squisita fattura e di superba tecnica, tema molto a cuore all’artista, allo stesso tempo sembrano anacronistiche, poste in un periodo temporale (gli anni quaranta), in cui il barocco non aveva alcun spazio nel panorama artistico dell’epoca.

Opera Di De Chirico

Immagine: opera di Giorgio De Chirico

Questo può confondere lo spettatore ma si consiglia vivamente di acquistare il catalogo che approfondisce, in modo corposo, le motivazioni di tale scelta artistica. Secondo il Pictor optimus, De Chirico appunto, in un dipinto la tecnica doveva essere tenera e fluida a nello stesso tempo ferma e solida. Ed è proprio questo che si evince dai quadri barocchi del pittore. Allo stesso tempo i quadri barocchi continuano ad avere una certa disposizione metafisica, che il pittore non abbandonerà mai.

In più all’epoca questi dipinti barocchi furono disprezzati duramente da gran parte della critica ma questo, come troviamo nel catalogo, indica una frattura tra i canoni artistici dell’epoca che lo rendono forse il primo artista post-moderno.

Nicolò Neri

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