Dopo il 27 gennaio ed il 10 febbraio, vorremmo ricordare i tanti, troppi popoli, sterminati negli ultimi 500 anni.
Come sempre accaduto, quando i ricordi del mondo antico sbiadiscono nel crepuscolo, una nuova idea nasce, per riempire ciò che è andato dimenticato. Attraverso un cammino che va oltre i secoli, tendiamo sempre a ricordare poche cose, in realtà di cose da ricordare ce ne sono, da tenere nella nostra memoria.
Attraverso il ricordo, far nascere una nuova visione di prosperità per tutto il genere umano. Abbiamo lasciato dietro di noi, devastazioni, stermini, che il mondo non aveva mai visto prima, fornendo ad alcuni individui, la possibilità di dettare un’ideologia sbagliata e di potere assoluto, ideologia imposta dal regime con il pugno di ferro, spingendo il mondo sull’orlo dell’intollerabilità.
Tuttavia, molti uomini hanno scelto un cammino diverso, con la loro visione, hanno reintrodotto nel mondo una nuova prospettiva, una nuova speranza. Taluni, hanno continuato a inseguire un pensiero libero e per questo perseguitati ed uccisi. La natura limitata del nostro mondo, è apparsa evidente, la nostra stessa sopravvivenza, quella di tutti i popoli intendo, dipende dalla nostra capacità di coesistere in pace. Ma questa è una pace fragile. La consapevolezza che questo pianeta è condiviso da tutti, porta ad una responsabilità di sapere, che le decisioni di oggi avranno un impatto decisivo sul domani e sulle generazioni future.
Nell'arco della storia dell’umanità l’uomo si è macchiato di molti crimini, che si perdono nel tempo e nella storia: in un periodo molto lungo, che va dal 1500 al 2000; solo per iniziare ricordiamo ad esempio che, durante la colonizzazione degli europei nelle Americhe, i nativi vennero ridotti del 90% attuando l’eliminazione sistematica della popolazione.
Immagine: disegno di un indiano nativo d'America
Nel 1870 poi il Governo argentino, intraprese un vero genocidio con la conquista del deserto per strappare la Patagonia alle popolazioni indigene. Diciamo che in Africa sono avvenuti numerosi stermini ai danni dei popoli Congolesi, Sudanesi Namibiani e Ivoriani, dove gli europei, attraverso la schiavitù, ridussero drasticamente la popolazione. Poco prima e durante la Prima Grande Guerra, gli ottomani perpetrarono il genocidio armeno nel quale fu sterminato il popolo di religione cristiana. Gli Holodomor, contadini ucraini, attraverso una politica di coercizione totalitaria, furono sterminati.
Nella storia Italiana, il 10 febbraio si commemorano le vittime delle foibe. Le foibe, spaccature nella roccia carsica, venivano usate per occultare le persone uccise ed, in molti casi, venivano gettate ancora vive al suo interno. Luogo dove le truppe partigiane jugoslave del generale Tito perpetrarono deportazioni, arresti, sparizioni e uccisioni, ai danni della popolazione italiana, volti ad eliminare quei cittadini che si opponevano o avrebbero potuto opporsi alle politiche del partito comunista.
Foto: bambini Rohingya relegati in un ghetto
E ancora in Bosnia Erzegovina nel 1992, durante la guerra dei Balcani, truppe serbe attuarono la pulizia etnica per sterminare la popolazione Kosovara attraverso deportazioni ed esecuzioni. In Rwanda nel 1994, il popolo Tutsi venne quasi sterminato dalla popolazione Hutu, secondo un’idea di eradicazione territoriale totale attraverso esecuzioni, stupri di massa.
Senza dimenticare i desaparecidos, persone scomparse e mai più ritrovate sotto un regime dittatoriale soprattutto in Argentina e Cile. Persone, torturate rinchiuse in campi di concentramento, uccise e gettate nell'oceano o nei fiumi.
PER NON DIMENTICARE MAI.
Valter D’Angelillo
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