Ritorno al futuro, vediamoci tutti all’Expo di 130 anni fa

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Un appello per ricordare l’Esposizione Emilana del 1888.

Due anni fa, di questi tempi, si era in pieno Expo di Milano e Bologna si preparava a raccoglierne l’eredità con l’inaugurazione del Parco Agroalimentare di FICO che poi è slittata di qualche annetto (ormai annunciata per il 4 ottobre prossimo)… In attesa che la città possa finalmente ereditare tale “portento”, non tutti sanno che Bologna ha già avuto in passato la sua Expo e che l’anno prossimo ne cade anche l’anniversario ultracentenario.

Nella seconda metà dell'ottocento, in Europa e negli Stati Uniti, le Esposizioni divennero un mezzo per diffondere la cultura industriale crescente e per far conoscere le meraviglie delle macchine a vapore e dell'elettricità. Nel 1885 alcuni imprenditori, intellettuali e politici bolognesi decisero di tenere nella loro città una Esposizione Universale per l'anno 1888 in concomitanza con le celebrazioni dell'ottavo centenario della nascita dell'Università.

L'Esposizione era divisa in tre sezioni: una regionale di agricoltura e industria, una nazionale d'arte e una internazionale di musica. Contrariamente ai desideri dell'Università che voleva la manifestazione vicino alla sua sede per poterne utilizzarne in seguito i fabbricati, si decise di costruire i padiglioni dell'industria e dell'agricoltura, nonché la sala concerto ai Giardini Margherita da poco inaugurati, mentre il padiglione delle belle arti si tenne a San Michele in Bosco che per l'occasione fu collegato ai Giardini Margherita con una funicolare costruita dall'ing. Ferretti che aveva anche provveduto al tramway di collegamento con la città.

Il piazzale dell'Esposizione fu adornato da un'ampia fontana con leoni, serpenti e sirene, opera di Diego Sarti, che successivamente verrà posta ai giardini della Montagnola (dove tuttora si trova). L'Esposizione fu inaugurata il 6 maggio 1888, con sei giorni di ritardo sulla data preventivata, alla presenza dei Reali, del Presidente del Consiglio Crespi, di onorevoli, di autorità locali e di migliaia di cittadini. Allietarono la giornata ben 60 bande musicali.

Nonostante l'apparente "sinecura" dei giornalisti, sembra che nessuno si sia accorto della mancanza dell'illuminazione elettrica durante l'inaugurazione, illuminazione elettrica che era una delle più attese novità industriali di quegli anni. Seppure in ritardo l'Esposizione ebbe l'elettricità che fu l'occasione per proporre ai bolognesi l'idea di dotare la città del nuovo ritrovato tecnologico.

Cartoline Antiche Esposizone 1888

Immagine: alcune cartoline dell'Esposizione Emiliana del 1888

L'Esposizione rimase aperta sei mesi e i visitatori furono mezzo milione, sicuramente pochi considerato il periodo di apertura e la concomitanza con i festeggiamenti del centenario dell'Università. I visitatori furono attirati principalmente dagli avvenimenti mondani, dalle manifestazioni sportive e spettacolari quali le ascensioni in pallone. Il pubblico borghese dimostrò di apprezzare soprattutto i "restaurants" e il "caffé chantant". Come in tutte le Esposizione dell'epoca furono distribuiti premi costituiti da medaglie d'oro, d'argento e di bronzo che in seguito adornarono le confezioni e le pubblicità dei prodotti premiati. I cancelli furono chiusi l'11 novembre.

Cosa resta di quell’evento storico nella memoria dei bolognesi? Sicuramente poco o nulla. Eppure l’Esposizione Emiliana del 1888, nonostante molte opere e quasi tutti i padiglioni furono smantellati alla fine della rassegna, ha lasciato molte tracce in città. Ma ciò che evidenziò all’epoca e lasciò nell’immaginario dei contemporanei, fu la consapevolezza che Bologna non solo rappresentava il Centro Culturale più antico dell’occidente, ma anche un importante Polo Economico che per la prima volta si affacciava sulla sfera internazionale.

A quasi centotrent’anni di distanza le vocazioni di questa città appaiono tutt’altro che affievolite. Per questo mi sento di lanciare, da questa testata, l’ambiziosa proposta di preparare da qui ad un anno la rievocazione di quella che fu la Expo di Bologna. In chiave attuale si potrebbero coinvolgere tutti gli attori che danno lustro a questo territorio nelle varie sezioni di come fu suddiviso l’evento del 1888, e non solo i Giardini Margherita potrebbero tornare ad essere la cornice della prossima esposizione, ma anche luoghi importanti di prossima apertura come, appunto, FICO potrebbero ospitare e ricordare quell’eccezionale manifestazione di un’epoca non lontanissima, ma che, di sicuro, oggi sarebbe capace di attrarre e portare in città molte più persone di allora per ovvie ragioni. 

Bolognesi! Ci rivediamo quindi all’Expo dopo 130 anni…

Sebastiano Curci

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